Gela. Nel centrodestra locale e del territorio, i centristi intendono ritagliarsi uno spazio, anche nell’imminente prospettiva delle elezioni provinciali di secondo livello. Noi Moderati, in città durante le amministrative, ha appoggiato il candidato di “Alleanza per Gela”, fuori dal centrodestra ufficiale, mentre in altri Comuni il gruppo si è collocato nell’alleanza ortodossa d’area. Rispetto alla giunta Di Stefano, pur in assenza di riferimenti in consiglio comunale, la linea è quella di opposizione. “Il modello Gela? Non penso sia un modello che possa fare cambiare volto alla città – dice l’ex sindaco Angelo Fasulo riferimento provinciale di Noi Moderati – politicamente, è uno schema ancora molto confuso, dato che ci sono forze che in Regione stanno nel centrodestra mentre in municipio si collocano nella coalizione progressista e civica di Di Stefano. Hanno vinto le elezioni ed è giusto che governino. Le dimissioni del vicesindaco Altamore sono da valutare con molta attenzione. Stava lavorando bene e appunto era il numero due della giunta. Il sindaco ha deciso di cambiare per accordi da osservare. Se si tratta di accordi politici che possono migliorare l’azione amministrativa, che ben vengano. Temo però che siano soltanto accordi elettorali che in questo caso rischiano di limitare la spinta amministrativa”. Fasulo, da ex primo cittadino, sa bene che l’emergenza finanziaria dell’ente comunale, culminata nel dissesto, non è semplice da gestire. “Però non deve essere una scusa – precisa – ci vuole una capacità politica di programmare. La contesa politica deve essere finalizzata al miglioramento della città e ai risultati. Non può essere limitata al posto in sé e per sé”. Soluzioni messe in campo di recente lo convincono poco. “La norma “sblocca royalties” posso comprenderla, viste le difficoltà legate al dissesto – continua – però, è il fallimento di una programmazione che la politica non è riuscita a dare alla città e al territorio. Il fatto che ancora oggi non siano stati usati tutti i fondi delle compensazioni o che non si sia puntato sull’accordo di programma e sugli altri strumenti istituzionali, fa capire che la politica non ha avuto lungimiranza. Serve invece un dialogo proficuo con le categorie produttive, con tutte le parti sociali e con chi opera a livello locale”.
Noi Moderati, nei prossimi mesi, pare un gruppo destinato a darsi un’organizzazione interna, attraverso i congressi, probabilmente da tenere non prima di aprile, quando arriverà comunque la scadenza delle provinciali di secondo livello. In città, il riferimento è Massimo Catalano, insieme agli altri aderenti. Su un piano regionale e provinciale, così come a Roma, si collocano e si rivedono nel centrodestra. “Sulle Province abbiamo sempre sostenuto, presentando anche un disegno di legge, che si sarebbe dovuto seguire il sistema delle altre Regioni, con il voto diretto. Invece, ci troviamo davanti a consultazioni di secondo livello che possono rivelarsi poco adeguate se la prospettiva è di ridare funzioni vere a enti come le Province che possono avere un ruolo non secondario sui territori – conclude Fasulo – valuteremo il da farsi insieme alle altre forze della nostra area politica”.