Gela. Un sistema complessivo dei rifiuti che continua a dare centralità alla discarica e al Tmb non può ritenersi né adeguato né in linea con i criteri dell’economia circolare. Lo scontro sulla gestione dell’intero apparato per lo smaltimento dei rifiuti non accenna a smorzarsi. Il presidente della Srr4, il sindaco di Butera Filippo Balbo, ha escluso che quanto attuato dalla società possa ritenersi “illegittimo”, ma il consigliere comunale del Movimento cinquestelle Virginia Farruggia ribadisce tutte le dure critiche, già mosse in direzione del modus operandi della Srr4, che continua a dare priorità assoluta al rafforzamento della piattaforma di Timpazzo. Il consigliere dubita anche dell’”adeguatezza” di Balbo rispetto al compito ricevuto, alla guida della Srr. “Prendo atto che alle critiche puntuali e circostanziate da me sollevate ricevo risposte vaghe e incoerenti che dimostrano la dubbia adeguatezza del sindaco di Butera in seno alla Srr4. Nessun ciclo dei rifiuti può ritenersi virtuoso se la discarica assume un ruolo centrale nella gestione integrata dei rifiuti. La Srr4, sotto la guida del sindaco di Butera, in continuità con il passato, progetta un futuro dove la discarica diventa perno di un pregiudizio in cui il rifiuto deve essere smaltito. Approccio preistorico che accomuna il sindaco con la Regione siciliana. Il Tmb non è un impianto funzionale ad un approccio di economia circolare, dove al primo posto c’è la prevenzione della produzione dei rifiuti. Il Tmb – spiega il consigliere Farruggia – è un impianto obbligatorio per legge affinché in discarica non arrivi rifiuto tal quale, ma preliminarmente trattato. Il trattamento è finalizzato al recupero e alla stabilizzazione della componente organica, impropriamente presente nel rifiuto non riciclabile proveniente dalla raccolta urbana, per essere conferito in discarica. Quindi l’impianto Tmb, per il quale sono stati spesi ben venti milioni e di cui il sindaco di Butera si vanta, è stato necessario per evitare la chiusura della discarica di Timpazzo”. E’ l’intera strategia della Srr ad essere messa in discussione e Farruggia non trova affatto decisivo neanche il progetto per un impianto di biogas, considerato fin troppo impattante, anche in termini economici. “Veniamo inoltre a sapere che, al posto dell’inceneritore, è in progetto un impianto cosiddetto di biogas, con trattamento anaerobico. Evidentemente, oltre al sindaco di Butera anche chi propone questa tecnologia non sa che gli impianti di biogas, a fronte di una minima parte di produzione di energia, producono tra l’ottanta e il novanta per cento di digestato rispetto al rifiuto in ingresso. Il digestato è un materiale simile ai fanghi di depurazione, forse anche peggio. La giunta regionale vorrebbe usare digestato per i terreni agricoli, esattamente come fanno in Val Padana, inquinando i terreni e rendendo irrespirabile l’aria delle campagne dove questi vengono smaltiti? Non solo, evidentemente non conoscono il nuovo regolamento UE sui fertilizzanti a marchio CE, che vieta lo smaltimento di fanghi e digestati su suoli agricoli se questi non vengono trattati opportunamente per garantire una buona biostabilizzazione e l’assenza di carica microbiologica patogena, spesso presente nei digestati. Il regolamento è già vigente in Italia e le prescrizioni di processo e di prodotto entreranno in vigore il 16 luglio del 2022. Quindi, per chiarezza, ogni mille tonnellate di rifiuto che l’impianto anaerobico gestirà, almeno ottocento tonnellate dovranno essere avviate ad un impianto di compostaggio che garantisca i parametri di processo e quelli di qualità del prodotto finale, affinché possa essere qualificato come compost. Il sindaco Balbo intende spendere almeno il doppio del costo di un impianto di compostaggio per realizzare un impianto di biogas che produrrà un rifiuto, il digestato, la cui gestione costa molto di più del rifiuto in ingresso? Il digestato dovrà essere avviato comunque ad un impianto di compostaggio efficiente. Efficiente perché dovrà rispettare i parametri, altrimenti il prodotto sarà ritenuto compost fuori specifica – aggiunge Farruggia – non utilizzabile in agricoltura, ma da destinare alla discarica. Ed ecco che si chiude il cerchio, tutto deve andare in discarica. Con il risultato che il rifiuto organico che dovrebbe diventare compost di qualità, da usare in agricoltura, deve essere prima trattato da un impianto di biogas, poi da un impianto di compostaggio, inefficiente, e infine finirà in discarica. Il tutto sotto la regia della Regione, anch’essa operante in era preistorica. E’ stato detto che la linea seguita dalla Srr4 sia coerente alle indicazioni del nuovo Piano regionale sui rifiuti, ciò non è per niente rassicurante”. Per la grillina, è lo stesso piano regionale dei rifiuti, al quale si rifà la Srr4, a dover essere rivisto, perché concentrato esclusivamente a mantenere attive le principali discariche dell’isola. Il consigliere torna a chiedere che vengano rispettati il piano di risanamento e quello di gestione, che sul territorio sono sovraordinati ad ogni altra disciplina, a cominciare dal piano d’ambito. Farruggia attende da Balbo dati certi sul quantitativo di rifiuti smaltiti a Timpazzo e sulla differenziata.
“Il piano di risanamento e quello di gestione prescrivono tecnologie intrinsecamente pulite. Vorrei ricordare che i due piani menzionati sono sovraordinati, approvati e vigenti sul nostro territorio. Piani che bisognerebbe conoscere, se ci si candida ad assumere ruoli decisionali per i Comuni di un ampio territorio, come la provincia sud. Scelte che potrebbero condizionare pesantemente il futuro dei nostri territori, in termini ambientali, sociali ed economici. Mi chiedo se ad oggi siano state ottemperate le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale sugli impianti e sulle nuove due vasche che si intende realizzare. Esiste una legge nazionale che vieta la “realizzazione di nuove discariche o nuovi impianti di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti nonché ampliamento di quelli esistenti in termine di superficie, fatte salve le discariche per inerti”. Di conseguenza il piano d’ambito e la nuova programmazione della Srr4 – conferma il consigliere – sono illegittimi e gli impianti e ampliamenti previsti risultano illegali. Sappiamo benissimo che le discariche sono fonte di facili guadagni. Ci dica il sindaco di Butera quante migliaia di tonnellate di rifiuti arrivano ogni mese a Timpazzo da mezza Sicilia. Purtroppo noi gelesi abbiamo imparato sulla nostra pelle cosa significa svendere il proprio territorio per un apparente ed effimero beneficio economico, se poi ne pagheranno il conto i nostri figli e nipoti. I benefici economici cui noi aspiriamo devono derivare dalla valorizzazione del proprio territorio e non dallo stupro perpetuo”. La grillina è certa che le mancate risposte e l’approccio gestionale non in linea celino troppi silenzi della politica, chiamando in causa il sindaco Lucio Greco. “Abbiamo già cambiato pagina e non permetteremo che un sindaco di Butera ci obblighi a inquinare il nostro territorio agricolo. In tutto ciò il sindaco di Gela risulta non pervenuto. Per potersi inabissare in materia ambientale – attacca Farruggia – ha deciso di amministrare senza un assessore all’ambiente, costringendo alla fuga o trasferendoli in altri settori quegli assessori, dirigenti e funzionari che operano diligentemente e hanno a cuore gli interessi dei cittadini. Oggi, la priorità dovrebbe essere programmare investimenti ed azioni che portino fuori dall’emergenza rifiuti la Sicilia, ma purtroppo nessun governo regionale né tantomeno ente locale, sono andati in questa direzione”. Farruggia rimane ferma nel chiedere di rivedere del tutto il piano d’ambito e ad attuare da subito gli incentivi per i cittadini virtuosi, che contribuiscono all’aumento delle percentuali di differenziata. “Ci piacerebbe sapere, vista la gestione virtuosa della Srr4 – conclude – in quale percentuale la società contribuisce a far crescere la raccolta differenziata dei Comuni consorziati e quanto queste scelte strategiche contribuiranno ulteriormente a farla aumentare”.