Gela. Non si trattò di occupazione abusiva dell’area, dove ancora oggi è ben visibile il rudere dell’ex lido “Eden”, sul lungomare Federico II di Svevia. In appello, è arrivata la prescrizione per il proprietario della struttura, ma non per l’ipotesi inizialmente contestata in primo grado, quella di occupazione abusiva, ma per la violazione di una norma del codice della navigazione. I giudici del tribunale di Gela lo avevano condannato a nove mesi di reclusione. La difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Cascino, ha impugnato la sentenza, ottenendo la riqualificazione del capo di imputazione. L’ipotesi della violazione della norma del codice della navigazione era però già prescritta e la Corte d’appello di Caltanissetta non ha potuto fare altro che decretare l’estinzione del reato.
Da decenni, l’ex lido è in disuso e fatiscente. Nel giudizio di primo grado, la difesa dell’imputato aveva anche messo in discussione l’effettiva identificazione del proprietario della struttura.