Gela. In un territorio che continua a fare passi indietro enormi sui servizi sanitari, a risentirne sono anche i lavoratori esposti all’amianto. Il piano regionale garantisce un monitoraggio nel tempo delle loro condizioni di salute, attraverso un protocollo che fu fortemente voluto dalla sezione locale dell’Osservatorio nazionale amianto. Le visite però devono essere sostenute nelle strutture sanitarie Asp di Caltanissetta. Così riportano le comunicazioni inoltrate agli operai che nel tempo, soprattutto nel sito Eni, sono stati a contatto con le pericolose polveri di amianto. “Non è ammissibile che si verifichi questo – dice il presidente della sezione Ona Salvatore Granvillano – parliamo di un progetto di monitoraggio sulla salute di questi operai che andrà avanti per quattro anni. Fino ad ora, Asp non è stata in grado di individuare un medico di medicina del lavoro che possa assicurare tutti gli accertamenti in città, evitando spostamenti”. Lo screening complessivo prevede la visita specialistica di medicina del lavoro, quella di pneumologia, l’esame spirometrico e l’Rx torace o la Tac toracica.
“Invito tutti i lavoratori che hanno ricevuto comunicazione per recarsi a Caltanissetta, a non farlo – aggiunge Granvillano – il protocollo per il quale abbiamo lottato prevede che le visite e gli accertamenti vengano condotti in città. Questo territorio è ad elevato rischio ambientale e non possiamo permettere che non ci siano le risorse necessarie a garantire lo screening dei lavoratori esposti all’amianto”. L’ultimo monito Granvillano lo lancia alla politica. “Serve un intervento deciso – conclude – la politica locale si deve attivare. Non è possibile che gli operai siano costretti a sostenere accertamenti molto delicati, senza poter sfruttare le strutture locali”.