Gela. Ormai da qualche settimana, soprattutto all’indomani della buriana che in aula ha condotto al naufragio della mozione di sfiducia al sindaco, i dem si sono fatti carico di provare a rispiegare le vele del dialogo, almeno tra le fila del centrosinistra.
Cosa rimane del centrosinistra? In realtà, l’impresa non è così semplice, dato che di centrosinistra rimane ben poco tra gli scranni del consiglio comunale. Oltre al gruppo del Pd, ci sono solo la pattuglia di Sicilia Futura e l’unica superstite dell’epopea crocettiana, la capogruppo Sara Bonura. Carmelo Casano, che comunque ha fatto trasparire la volontà di ripensare il suo rapporto con Articolo 1, qualora scegliesse di rimanere tra le fila dei fuoriusciti dal Pd, sarebbe in ogni caso “opposizione” al centrosinistra targato dem. Quindi, il percorso è tutt’altro che semplice. Il segretario cittadino dem Peppe Di Cristina si sta guardando intorno, forte dell’elezione all’Ars di Giuseppe Arancio, e poco ispirato da quelli di Sicilia Futura che avrebbero una posizione, a suo modo di vedere, ancora troppo ambigua. Basti pensare alla vicenda della “rivolta” democratica contro le candidature blindate, che coinvolge Daniela Cardinale, deputata uscente del territorio, ma anche il padre, l’ex ministro Salvatore Cardinale, oggi leader proprio di Sicilia Futura. Insomma, i dem possono dialogare con chi, almeno sulla carta, dovrebbe sostenere le ragioni della famiglia Cardinale, quindi in assoluta controtendenza con i “moti” interni al Pd, che vedono in prima fila i dirigenti gelesi?
I crocettiani alla finestra. L’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, in attesa della candidatura ufficiale alle politiche di marzo, che i vertici nazionali del Pd dovrebbero concedergli, negli ultimi giorni si è visto in città. Ha avuto colloqui anche con alcuni suoi fedelissimi della prima ora e non è escluso che il suo gruppo possa riorganizzarsi, anche se al momento in consiglio comunale c’è la sola Sara Bonura a reggere il simbolo del fu Megafono. Intanto, proprio i dem sarebbero anche alla ricerca di un assetto interno nell’organizzazione del gruppo consiliare. Dopo l’abbandono di Vincenzo Cirignotta, adesso tra i capofila locali del progetto centrista di Saverio Romano, Carmelo Orlando ha preso l’incarico di capogruppo. Dovrebbe continuare a mantenerlo, salvo che Di Cristina, magari su input dello stesso gruppo consiliare, non dia il via libera ad una “sostituzione” in corsa, l’ennesima. La casa del centrosinistra locale, uscita piuttosto malconcia dopo le ultime gite alle urne, potrebbe accogliere nuovi ospiti, magari con la sorpresa di qualche comparsata della giunta. Prima delle elezioni regionali, il sindaco Domenico Messinese e soprattutto il suo vice Simone Siciliano si erano “promessi” al gruppo di Alternativa Popolare, incontrando a quattrocchi pure il ministro uscente Beatrice Lorenzin, che dopo il dissolvimento dell’alfaniana Alternativa milita proprio nel centrosinistra di Matteo Renzi. Per decenni sono stati i “padroni” politici della città, oggi quelli del centrosinistra si contano per capire l’effetto che fa.