Gela. E’ stata condannata a ventidue anni di reclusione, perché ritenuta responsabile di aver partecipato all’omicidio di mafia di Agostino Reina, vicino agli stiddari e ammazzato in una zona di campagna nel 1992. La sessantunenne Maria Rosa Di Dio, che negli scorsi mesi aveva ottenuto i domiciliari, in piena fase Covid, ritorna in carcere, a Messina. Deve ancora scontare sette anni. La procura generale presso la Corte d’appello di Caltanissetta ha annullato la misura alternativa alla detenzione. Gli agenti di polizia hanno dato esecuzione al provvedimento.
Fu la cosiddetta “mantide religiosa” ad attirare Reina in un casolare di campagna. Ad attenderlo, c’erano i killer del gruppo Emmanuello, che non gli lasciarono scampo. Era stato il magistrato di sorveglianza di Pavia a concederle la misura dei domiciliari.