Enna, nuova protesta contro il silenzio della Curia sugli abusi

 
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Enna. A Enna Bassa, l’aria di solennità per la consacrazione della nuova chiesa di Santa Lucia è stata rotta da una protesta silenziosa ma carica di tensione. Un gruppo di fedeli, uniti sotto lo slogan “Non accetto prediche da chi copre un abuso”, si è presentato davanti al luogo sacro con un segno forte: un bavaglio viola, simbolo del silenzio imposto dalla Curia su una vicenda che ha lasciato profonde ferite nella comunità.

Sono circa cinquanta le persone che, in modo ordinato, hanno esposto cartelloni con estratti delle intercettazioni telefoniche legate al caso di don Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato a quattro anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale su minori.

In quei dialoghi, diffusi anche a livello nazionale, emerge il coinvolgimento del vescovo Rosario Gisana, non indagato, ma accusato di non aver preso misure a tutela dei fedeli. “Ho insabbiato questa storia”, avrebbe confessato in una delle conversazioni con Rugolo.

Mentre all’interno della chiesa si celebrava una cerimonia religiosa affollata, ma accessibile solo ai possessori di un pass speciale rilasciato dal parroco, fuori la protesta è andata avanti.

Tra i manifestanti, cattolici praticanti e laici che chiedono trasparenza e azioni decise da parte del Vaticano. Non è la prima volta che si sollevano voci di dissenso contro il vescovo: altre manifestazioni hanno scosso la diocesi nelle scorse settimane, segnalando una frattura sempre più profonda tra i fedeli e la gerarchia ecclesiastica.

Mentre le forze dell’ordine monitorano la situazione, il messaggio dei manifestanti è chiaro: vogliono una chiesa pulita, e chiedono con forza le dimissioni del vescovo Gisana. Un appello che ora arriva anche da nove associazioni riunite nel coordinamento nazionale contro gli abusi nella Chiesa Cattolica.

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