Gela. Una causa civile che si trascina da diciotto anni e che, adesso, potrebbe riservare un imprevisto colpo di scena. In ballo, nella contesta tra l’ente comunale e la raffineria Eni di contrada Piana del Signore, ci sono oltre quattro milioni di euro.
I dirigenti locali del gruppo, infatti, ritengono che quei soldi spettino alla loro società per essersi occupata, tra il 1994 ed il 1995, dell’intera gestione del sistema di depurazione dei reflui sia portando avanti l’impianto biologico di Macchitella sia garantendo l’adduzione in quello consortile. In quel periodo, inoltre, le aziende Praoil e Agip Petroli, poi confluite nella nuova società Raffineria di Gela spa, assicurarono il funzionamento delle stazioni di sollevamento dei liquami della fognatura comunale.
Servizi che, stando ai legali dell’Eni, non sarebbero mai stati pagati dai funzionari di Palazzo di Città. Lavori svolti, quindi, senza averne alcun corrispettivo economico. Corrispettivo che da diciotto anni i manager locali della multinazionale stanno reclamando. Ovviamente, oltre alla cifra di 4.662.848,440 di euro, i legali dell’azienda chiedono il pagamento di tutti gli interessi maturati.
Negli scorsi mesi, i giudici della corte di cassazione hanno ribaltato le precedenti decisione sul caso. La sentenza favorevole al comune che, quindi, rigettava le richieste di Eni, è stata cassata con rinvio nuovamente alla corte d’appello di Caltanissetta. Spetterà ai magistrati nisseni ritornare sulla questione dopo che, cinque anni fa, avevano rigettato le richieste inoltrate dagli avvocati della raffineria. Un verdetto praticamente uguale a quello emesso, dieci anni fa, dai giudici civili del locale tribunale.
I giochi si riaprono? La data del nuovo procedimento in corte d’appello è stata fissata per il prossimo 16 luglio. Così, i funzionari comunali hanno già provveduto a nominare l’avvocato Stefano Polizzotto per farsi rappresentare. Si tratta dello stesso legale che, dopo essere subentrato al collega Giovanni Petruzzella rappresentate dell’ente nei vittoriosi giudizi in primo e secondo grado, dovette ricevere la sentenza di cassazione che ha riaperto i giochi.
I manager di raffineria, quindi, non intendono rinunciare ad un credito, decisamente cospicuo soprattutto considerando gli interessi maturati in almeno vent’anni, che ritengono legittimo. Dal lato opposto, la giunta comunale retta dal sindaco Angelo Fasulo vuole evitare spiacevoli sorprese e, per questa ragione, ha scelto di continuare ad opporsi alle richieste formulate dal gruppo Eni.
Sicuramente, gli oltre quattro milioni di euro ancora in sospeso non sarebbero facilmente reperibili nelle casse municipali qualora i giudici d’appello decidessero di dare ragione ai legali della raffineria. La questione depuratori ritorna a far parlare dopo le recenti polemiche successive alle denunce sporte dai componenti dell’associazione di quartiere Macchitella che, ancora oggi, chiedono se l’impianto biologico stia correttamente funzionando.