Gela. Dopo l’ingresso in giunta dell’avvocato Giuseppe Licata non ci sarà quello dell’ex presidente dell’assise civica Giuseppe Di Dio. Il gruppo di Energie per l’Italia, al quale si rifà Di Dio, ha deliberato il proprio no alla proposta arrivata dal sindaco Domenico Messinese. “Non ci sono le condizioni – dice il capogruppo in consiglio comunale Luigi Di Dio – riteniamo che il tempo a disposizione non sia sufficiente per mettere in campo un progetto utile alla città. Abbiamo deciso di dire no anche perché il clima politico attuale non favorisce il dialogo. Avremmo auspicato un coinvolgimento più ampio, che invece non c’è stato”. Per ora, la giunta quater può contare solo sull’ingresso di Licata, che comunque non sembra poter assicurare i numeri cercati dal sindaco nel tentativo di arrivare al capolinea del 2020. L’eventuale sì di Energie per l’Italia avrebbe potuto incrinare i già precari equilibri interni al centrodestra locale, con Forza Italia e Lega che spingono per la sfiducia, mentre il gruppo del presidente Nello Musumeci attende i “numeri giusti”. Quelli di Energie per l’Italia, comunque, non si schierano con il fronte della sfiducia. “Non firmeremo – continua Di Dio – se la mozione dovesse arrivare in aula, allora valuteremo il da farsi”. Una scelta analoga a quella dei consiglieri di DiventeràBellissima.
I pro-sfiducia radunano tutti i consiglieri. Giovedì sera, comunque, parte il confronto. I pro-sfiducia hanno già inoltrato un invito a tutti gli esponenti dell’assise civica, nessuno escluso. Si tenterà di chiudere il cerchio, con le firme necessarie per depositare la mozione e discuterla a settembre. Il vertice dovrebbe tenersi a Palazzo di Città e lo schema sembra ormai recepito. Quelli della sfiducia vogliono un’intesa che vada oltre il colore politico, come già indicato da Carmelo Casano e Giuseppe Guastella. Dietro all’accelerata ci sono soprattutto forzisti, futuristi ed esponenti di Noi con l’Italia, che possono contare sul supporto dei grillini e su quello di alcuni indipendenti. Messinese e i suoi dovranno pensare alla contromossa, anche se la situazione sembra decisamente disperata.