Emissioni pericolose, Raffineria chiamata in giudizio: Sit in dei comitati in tribunale

 
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Gela. Anche la società Raffineria di Gela sarà chiamata a rispondere, in qualità di responsabile civile, dei reati di lesioni ed emissioni pericolose in atmosfera contestati all’amministratore delegato della società Bernardo Casa e ai funzionari Alfredo Barbaro e Michele Viglianisi.

Lo ha deciso il giudice Manuela Matta davanti al quale si è aperto il dibattimento a carico dei tre imputati.
 Il magistrato, inoltre, ha ammesso la costituzione di parte civile degli imprenditori Elio, Maurizio e David Melfa, titolari del gruppo Meic Services e autori di alcuni esposti nei confronti del gruppo Eni.
Ammesse le costituzioni dei dipendenti del gruppo Melfa, si tratta di Benedetto Falzone e Salvatore Di Piazza. Ammesse come parti civili le associazioni Legambiente, Amici della Terra e Aria Nuova: oltre al comune di Gela, alla regione e al ministero dell’ambiente. Stando al giudice Matta, sarebbero tuttiportatori di un diritto alla tutela dell’ambiente locale, inteso come interesse della collettività. La difesa degli imputati, rappresentata dall’avvocato Gualtiero Caldo, invece, riteneva portatore di simili interessi il solo ministero.
Non sono stati ammessi come parti civili quattro cittadini ritenutisi danneggiati dalle presunte emissioni della fabbrica. Le parti civili sono assistite dai legali Antonio Giardina, Antonella Barbera, Joseph Donegani, Antonino Ficarra, Simone Giovannetti, Giuseppe Romano e Giovanna Zappulla.
La pubblica accusa in aula è stata sostenuta dal magistrato Silvia Benetti. I comitati a tutela dell’ambiente e della trasparenza amministrativa hanno organizzato un presidio davanti palazzo di giustizia. La prossima udienza del processo è stata fissata per l’8 aprile.

 

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