Gela. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale non sono emersi elementi certi per legare gli imputati a due rapine ad altrettante filiali cittadine della banca Sant’Angelo. I fatti risalgono a sedici anni fa e vennero ricostruiti seguendo la lunga scia di colpi che una banda specializzata mise a segno in tutta la Sicilia. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Marica Marino (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni), il pm Fabrizio Furnari ha concluso per l’assoluzione, proprio in assenza di certezze sul coinvolgimento dei cugini catanesi Sebastiano Tasco e Maria Rosa Tasco e dell’altro etneo Marco Rapisarda. Nell’arco di pochi mesi, nel 2008, vennero rapinate le due filiali locali dell’istituto di credito. I Tasco, per gli investigatori e sulla base di ciò che è emerso da altre sentenze definitive, erano le menti della banda che agiva su vasta scala.
Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Salvatore Pappalardo e Salvo Macrì, che a loro volta hanno concluso per l’assoluzione. Nel corso dell’istruttoria, Rapisarda, sentito in aula, ha fermamente negato di aver mai fatto parte del gruppo, che pare avesse come base logistica il quartiere catanese di San Leone. Le aree dove colpire venivano prima attentamente studiate e Sebastiano Tasco si spostava spesso in giro per l’isola, essendo un ambulante che lavorava nei mercati.