Gela. Ha escluso di aver avuto contatti con gli altri presunti pusher, secondo gli investigatori attivi principalmente nella movida della città. Antonio Radicia, coinvolto nell’indagine “Smart” e in passato in quella “Malleus”, ha voluto rendere dichiarazioni spontanee, davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. Ha inoltre spiegato che nel periodo contestato era già sottoposto a misure cautelari, prima la detenzione in carcere e poi i domiciliari. Secondo la sua versione, non avrebbe avuto alcuna possibilità di muoversi per piazzare la droga. Tutti aspetti già indicati dai suoi difensori, gli avvocati Davide Limoncello e Paola Turco, che fanno leva anche sul drastico ridimensionamento della posizione di Radicia, nel procedimento “Malleus”. Ha ottenuto una notevole riduzione della condanna, impostagli invece in primo grado.
Le accuse vengono mosse anche a Rocco Grillo ed Emanuele Brancato. Secondo i carabinieri e i pm nisseni, i tre avrebbero messo le mani nel giro di spaccio, concentrato nei luoghi della movida. I legali hanno già avanzato richiesta di giudizio abbreviato. Sarebbero decine gli episodi ricostruiti dagli investigatori. Venne seguita la vettura, una Smart appunto, usata dai presunti pusher. Nella movida sarebbe stata piazzata anche cocaina. In aula si tornerà tra due settimane. La difesa di Brancato, sostenuta dall’avvocato Giacomo Ventura, ha prodotto documentazione nell’interesse dell’imputato. Tra i difensori, c’è inoltre il legale Marina Di Dio.