Donegani lancia messaggi poco casuali, "partiti non pensino ai posti"
Nessun riferimento diretto ai ragionamenti in essere in casa "modello Gela" ma i rimandi sono abbastanza evidenti
Gela. Nell'area di centrosinistra c'è chi si smarca dagli incastri del "modello Gela" e dalle verifiche interne, compresa evidentemente quella preannunciata dal sindaco Di Stefano, che dopo due giorni di botta e risposta tra le proprie file, ha scelto di incontrare i democratici. "PeR" e il segretario regionale Miguel Donegani, sfruttando l'annuncio per l'organizzazione della terza edizione della scuola politica del movimento, ne approfittano per richiamare una visione differente. Nessun riferimento diretto ai ragionamenti in essere in casa "modello Gela" ma i rimandi sono abbastanza evidenti. "L’antipolitica nasce spesso dalla percezione che i partiti agiscano più per interessi propri che per il bene comune. Quando la politica si riduce alla corsa per ottenere posti e potere, invece di rappresentare i bisogni reali della società, alimenta sfiducia e disillusione. Questo clima contribuisce direttamente all’astensionismo, con sempre più cittadini che scelgono di non votare perché non si sentono rappresentati.
Per invertire questa tendenza - dice Donegani - i partiti devono tornare a essere strumento di servizio pubblico, capaci di anteporre l’interesse generale a quello di parte, agendo con trasparenza e responsabilità per ricostruire la fiducia nelle istituzioni democratiche e nei cittadini delusi". Mentre i dem hanno riproposto il tema della rappresentanza nel governo della città, nel centrosinistra locale "PeR" pone segnali di discontinuità. "Come "PeR", continueremo a lavorare sui temi, sulle proposte e attraverso la nostra scuola di formazione politica, con l’obiettivo di ridare dignità e credibilità alla politica. Il nostro auspicio è che i futuri amministratori non cedano mai a logiche di parte, ma che sappiano anteporre sempre gli interessi collettivi, crescano nei valori della coerenza e abbiano il coraggio di prendere le distanze da chi, persone o partiti, fa della politica uno strumento di interessi personali o di nepotismo. Questa - conclude Donegani - non è solo una considerazione, ma anche un umile suggerimento che mi sento di dare".
9.7°