Gela. Avevano o no i requisiti finanziari per poter partecipare alla gara d’appalto sui rifiuti? Secondo la procura sei imprenditori hanno dichiarato il falso per poter concorrere alla gara.
Ieri sono comparsi davanti al Gup del tribunale Lirio Conti per essere processati con il rito abbreviato. Sotto accusa imprenditori e tecnici interessati alla gara d’appalto assegnata all’Ati Ecomed. I reati, contestati a vario titolo e in maniera differente tra i soggetti citati in giudizio, vanno dal tentato abuso in atti d’ufficio al falso in atto pubblico. Quattro imprenditori rispondono di falso: Filippo Passaro, Rocco Greco, Gaetano Greco, Sebastiano Migliore, mentre Domenico Minasola anche di turbativa d’asta. Sono accusati di avere prodotto attestazioni di notorietà contenenti notizie false relativamente ai requisiti richiesti dal bando di gara. Indagati anche i componenti della commissione di gara designati dai comuni, Luigi Cascino, Vincenzo Mantione e Concetta Meli, per tentativo di abuso in atti d’ufficio. Queste le ipotesi tracciate dall’accusa. Le imprese in Ati hanno dichiarato un fatturato globale di 28 milioni di euro, mentre secondo la Guardia di finanza il volume d’affare era di 27 milioni. Ieri l’avvocato Adriano Falsone, difensore di Passaro, ha ribadito che nel bando non era specificata l’indicazione del volume d’affari e in ogni caso il limite minimo era di 22 milioni di euro. Il 25 gennaio la probabile sentenza.