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Di Cristina, la segreteria, "vecchi" e "nuovi"...i dem destinati a perdere o a "resuscitare"?

Gela. Dopo le sconfitte elettorali, con il solo acuto dell’elezione all’Ars di Giuseppe Arancio, i dem locali cercano d ritrovare la strada perduta, almeno in città. Il segretario Peppe Di Cristina e...

A cura di Rosario Cauchi
02 aprile 2018 13:35
Di Cristina, la segreteria, "vecchi" e "nuovi"...i dem destinati a perdere o a "resuscitare"? - Una conferenza stampa dei dem locali
Una conferenza stampa dei dem locali
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Gela. Dopo le sconfitte elettorali, con il solo acuto dell’elezione all’Ars di Giuseppe Arancio, i dem locali cercano d ritrovare la strada perduta, almeno in città. Il segretario Peppe Di Cristina e i suoi hanno scelto la linea “dura” contro l’amministrazione comunale. Fanno opposizione e basta, anche se sulla vicenda del piano economico finanziario dei rifiuti, nel gruppo consiliare non tutte le posizioni stanno coincidendo. Alla prima chiamata di venerdì scorso, in aula consiliare era presente Romina Morelli mentre i compagni di partito hanno scelto di non presentarsi. Non condividono la linea del vicesindaco Simone Siciliano e non l’hanno nascosto. Per ora, i dem sono gli unici superstiti dopo il marasma generale del centrosinistra, che in città ha raggiunto i minimi storici. Di Cristina, a breve, dovrebbe convocare sia il gruppo consiliare sia la direzione cittadina. Con l’avvio della fase congressuale, si deciderà anche il suo futuro. Potrebbe essere riconfermato alla guida del partito locale ma non è da escludere che possa mirare a ruoli più di peso. Se Di Cristina decidesse di cedere la mano, allora sarebbe caccia al suo successore. Sicuramente, dopo la sua elezione, nonostante le polemiche e le parentele che hanno fatto storcere il naso a tanti dem, ha cercato di trainare un carro difficile da non far impantanare. Tra scontri interni, addii al veleno e nuovi rivali di coalizione, Di Cristina, supportato dai suoi referenti di sempre, è comunque rimasto in sella, nonostante tutto. Ha vacillato dopo la vergogna politica delle primarie per la segreteria nazionale, con il voto in città invalidato, in un turbinio di schede contestate e pesanti sospetti. Adesso, sta riflettendo sul da farsi e non è scontato che ripresenti la sua candidatura alla guida del partito locale. Arancio all’Ars l’ha portato lui, raggranellando voti utili, quando anche gli alleati gli avevano voltato le spalle.

“Vecchi” e “nuovi”. Con i congressi, si capirà veramente chi comanda ancora nel partito e se ci sarà spazio per i “volti nuovi”, tanto invocati ma poco presenti. I dem dovranno anche pensare alle amministrative, anticipate o fissate a scadenza nel 2020. Pure loro si vogliono riprendere quello che i cinquestelle gli hanno tolto tre anni fa. Con i numeri delle ultime tornate elettorali, sembra quasi un’utopia pensare ad una vittoria dem. Alle politiche, gli uomini di Di Cristina, in aperta rivolta contro i vertici regionali e nazionali, si sono ammutinati, finendo dietro pure ai leghisti. Sembra, però, che già qualcuno si stia muovendo per farsi vedere e tentare di mettere sul tavolo il proprio nome in vista della scelta di un possibile candidato a Palazzo di Città. Tra questi, ci sarebbe l’ex deputato regionale Miguel Donegani, già assessore con l’allora sindaco Rosario Crocetta. Proprio l’ex presidente della Regione potrebbe avere ancora voce in capitolo. Tagliato fuori praticamente da tutto, Crocetta si metterà definitivamente all’angolo oppure reclamerà spazio e voce in capitolo? Oppure spunterà l’outsider, quello della “società civile”, il professionista da utilizzare come nome nuovo, magari sponsorizzato dai soliti grandi vecchi? I dem, per ora, hanno un’unica certezza, è passato il tempo delle vittorie scontate.

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