Gela. L’investitura ufficiosa c’è. Rosario Crocetta pone la sua città come ente capofila dei futuri Liberi Consorzi di comuni. Il governatore lo ha ribadito proprio nei giorni in cui è tornato nella sua città.
Seppur preso da mille impegni istituzionali il presidente della Regione ha partecipato alla processione del Venerdì Santo. E’ arrivato nel tardo pomeriggio ed ha sfilato insieme al sindaco Fasulo ed altri amministratori dietro il feretro del Cristo. L’occasione è stata anche utile per parlare dell’abolizione delle province. E l’ex sindaco non si è nascosto. «Con l’abolizione delle province solo sulle indennità di carica risparmieremo oltre 10 milioni di euro l’anno – ha ribadito – per le attività istituzionali altri 50 milioni di euro all’anno, se poi aggiungiamo anche le società partecipate e i debiti che accumulano, raggiungiamo la somma di un risparmio di circa 100 milioni l’anno». Crocetta ha aggiunto che i soldi che si risparmieranno saranno utilizzati per aiutare le imprese.
Una parte dei risparmi ottenuti con la riforma dovrebbe essere utilizzata per finanziare il reddito minimo di solidarietà. I dipendenti delle province saranno assorbiti dai Comuni e dalla Regione. A sparire dovrebbero essere anche gli istituti autonomi case popolari.
Gela aspira da anni a diventare provincia o adesso come ente capofila dei liberi consorzi. In Sicilia, secondo una prima bozza di programma, dovrebbero nascerne circa tredici, tre dei quali come aree metropolitane (Catania, Palermo e Messina). La fusione tra comuni con un territorio superiore a 150 mila abitanti era già prevista nel progetto di legge che il comitato per l’area di Sviluppo aveva pronto da anni. “Gela può legittimamente ambire ad essere città capofila di uno dei liberi consorzi tra comuni – ha detto – così come Caltagirone o Marsala, o nei comuni dei Nebrodi, tanto per fare qualche esempio. Ne ho già parlato con il sindaco Fasulo. Ritengo che vi siano tutti i presupposti per avviare un percorso in questa direzione”.
L’abolizione delle Province in Sicilia è già. Il testo è stato pubblicato il 29 marzo nella Gazzetta ufficiale della Regione. La norma prevede che saranno sostituiti da liberi consorzi di Comuni con elezione di secondo grado; a farne parte saranno sindaci e amministratori, senza indennità aggiuntiva. La legge dà tempo all’Ars fino al 31 dicembre per approvare la riforma.