Crisi idrica, "Aria nuova" scrive al sindaco: "Recedere dal contratto con Caltaqua"
Gela. Una complessiva “mala gestio”, anzitutto addebitata all’ambito di Caltaqua e al sovrambito di Siciliacque. A pagarne le conseguenze maggiori, in città, sono migliaia di utenti che non riescono a...

Gela.Una complessiva “mala gestio”, anzitutto addebitata all’ambito di Caltaqua e al sovrambito di Siciliacque. A pagarne le conseguenze maggiori, in città, sono migliaia di utenti che non riescono ad avere approvvigionamenti idrici regolari. E’ una delle ragioni che ha spinto l’associazione “Aria nuova” ad inviare una nota al sindaco Terenziano Di Stefano, al segretario generale dell’ente comunale e ai consiglieri. Il presidente Saverio Di Blasi ritiene ci siano tutte le condizioni per “recedere” dal contratto con Caltaqua. Forniture non efficienti, tempi lunghi per avere l’acqua nelle abitazioni, reti insufficienti e guaste ed un sistema di governance del servizio che non consente di dare seguito a diritti basilari dei cittadini, sono tra gli aspetti toccati nella disamina. Di Blasi richiama quanto sta accadendo in queste settimane e chiede al sindaco Di Stefano di avviare azioni più incisive, “altrimenti dovrà essere lui a presentarsi davanti alla città e ad ammettere di non poter risolvere la questione acqua”. I cittadini, secondo Di Blasi, vanno coinvolti nel percorso che deve portare a recedere dal contratto con l’azienda privata Caltaqua.
Sulla base della nota rilasciata da “Aria nuova”, Caltaqua e Siciliacque dovranno comunque restituire tutto ciò che non è stato fatto ad oggi in termini di investimenti e di somme incassate senza che ne sia scaturito un servizio adeguato. La soluzione indicata dall’associazione deve comunque passare, eventualmente, dall’Assemblea territoriale idrica. Fin dall’insediamento, Di Stefano sta cercando di rafforzare la soglia delle forniture idriche per la città e pure oggi era in programma un tavolo in prefettura: tra gli altri punti, quello delle forniture dal Ragoleto.