Gela. Un ritorno al patto di due anni fa, con il rientro in maggioranza del Pd? E’ un’ipotesi, insieme ad altre, finita sul tavolo della crisi dei pro-Greco. Ieri, il sindaco, a sorpresa, ha azzerato la sua giunta e nel corso del vertice serale il ritorno alle origini, con un nuovo patto che coinvolga anche i dem, è stato più volte citato, anche da consiglieri molto vicini all’avvocato. I dirigenti locali del Partito Democratico, per ora, osservano. “Io sinceramente spero che questa crisi politica, che mi pare al buio, venga risolta in tempi rapidi – dice il segretario cittadino dem Guido Siragusa – la città non si merita quello che sta accadendo. Anzi, penso che il sindaco dovrebbe spiegare, pubblicamente, le ragioni che lo hanno condotto alla scelta di azzerare. Per il resto, non sono abituato ad infierire sugli avversari in difficoltà”. Siragusa, dopo l’uscita del partito dalla maggioranza che fu “arcobaleno”, ha sempre tenuto una linea piuttosto netta, supportata dal resto dei dem locali. Il Pd si è schierato all’opposizione della giunta Greco e la visione politica appare tutt’altro che accondiscendente rispetto al modus operandi dell’avvocato. Dal caso Timpazzo e fino agli orientamenti politici della giunta, ora azzerata, i dem non si sono mai nascosti, contestando le “titubanze” politiche del sindaco.
“La nostra linea non cambia ogni tre minuti, questo sia chiaro – aggiunge Siragusa – un ritorno in maggioranza? Non mi pare che le parole del sindaco siano un appello istituzionale. Sono invece convinto che voglia risolvere questa crisi, solo facendo combaciare i numeri. Probabilmente, ritiene che avere i numeri in consiglio, sia la soluzione a tutto, ma non è così. Non si governa solo con i numeri. Il Pd, già da tempo, lavora ad un progetto per una città diversa e stiamo lavorando con il Movimento cinquestelle. Di conseguenza, la linea non la cambiamo. In ogni caso, non sono io a decidere quello che si dovrà fare. La decisione verrà assunta dal partito locale”. Siragusa, seppur piuttosto cauto, almeno in questa fase, fa capire che il Pd non farà eventualmente da comprimario, a salvaguardia di un progetto politico, che probabilmente non riconosce più da tempo.