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"Consiglieri vengano in Comune a proporre", Di Stefano: "Per stanziare fondi serve il bilancio"

Gela. Allo stato, non ci sono le condizioni per destinare i fondi delle royalties estrattive o quelli delle compensazioni ad interventi di manutenzione dei parchi gioco. Il sindaco Terenziano Di Stefa...

A cura di Rosario Cauchi
18 agosto 2024 18:11
"Consiglieri vengano in Comune a proporre", Di Stefano: "Per stanziare fondi serve il bilancio" -
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Gela.Allo stato, non ci sono le condizioni per destinare i fondi delle royalties estrattive o quelli delle compensazioni ad interventi di manutenzione dei parchi gioco. Il sindaco Terenziano Di Stefano lo fa rilevare, anzitutto nell’ottica di un percorso non semplice, quello di approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato. Il primo cittadino risponde al consigliere Angelo Caci che lo ha invitato a concentrare una parte di quelle somme proprio ai parchi gioco. “Bisogna spiegare che nessuna somma può essere utilizzata, comprese le royalties, le compensazioni o altre somme varie, questo fino a quando non si porterà in aula il bilancio stabilmente riequilibrato, atto che ci vede impegnati come maggioranza notte e giorno, senza sosta alcuna, e con la speranza che gli stessi consiglieri che oggi fanno proposte di ogni tipo siano prima presenti in aula e poi votino gli atti”, ha scritto il primo cittadino sul proprio profilo social. Per il sindaco, è più immediato l’uso degli stanziamenti passati dalle variazioni approvate dall’Ars, attraverso l’iniziativa del parlamentare Nuccio Di Paola.

“La notizia che più interessa la città è che qualche giorno fa abbiamo ricevuto dalla Regione Siciliana, grazie all’amico Nuccio Di Paola e al voto dei deputati regionali, risorse per il decoro urbano, anche qui attendiamo il decreto regionale per poi procedere alla variazione di bilancio e immediatamente dopo faremo nuovo quel parco giochi. Serve programmazione in una città abituata alla critica e all’emergenza. Le porte del Comune sono sempre aperte”, conclude. Una prova pratica di come i rapporti tra la maggioranza e l’opposizione non seguano necessariamente la concordia istituzionale.

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