Gela. Salta anche la seconda convocazione dell’assemblea dei soci della Ghelas Multiservizi. Dopo la prima, di martedì scorso, anche questa volta l’amministrazione comunale non si è presentata. Un’assenza che ha infastidito, non poco, il manager della multiservizi, l’avvocato Gianfranco Fidone. Il professionista e il sindaco Lucio Greco sono ormai ai ferri corti e un “divorzio” sembra dietro l’angolo. Prima, però, va approvato il bilancio 2018, punto strategico inserito all’ordine del giorno, che oggi non si è potuto trattare. “Nonostante il cospicuo preavviso nella convocazione e nonostante le richieste formali all’ente finalizzate alla soluzione tecnica delle problematiche relative ai “conti” della società – dice Fidone – la seduta è andata deserta per l’assenza del socio unico Comune di Gela. Per questo motivo, esprimo le mie enormi perplessità sull’operato dell’ente, che evidentemente non ha ancora ben chiara la gravità della situazione societaria”. Una nuova convocazione è fissata per il 17 settembre. Questa volta, all’ordine del giorno si aggiungono la possibile ristrutturazione del debito Ghelas e l’eventuale messa in liquidazione della società. La situazione si complica e non poco. “A questo punto sono costretto a mettere il Comune di Gela davanti alle proprie responsabilità, anche perché la legge me lo impone – continua – l’ente vuole garantire la sopravvivenza della società o intende far precipitare la situazione a tal punto da costringere la liquidazione? Ritengo che la confusione, sul tema, regni sovrana e che il sindaco non abbia ben focalizzato i contorni della querelle Ghelas. Da parte mia, vista la situazione, saranno avviate tutte le azioni giurisdizionali a tutela della società. Non sono più disposto ad attendere i tempi e l’atteggiamento del Comune, che rischia di pregiudicare la vita di Ghelas e, a dispetto delle “belle parole” spese in consiglio comunale dal sindaco, dei suoi settantatrè dipendenti. Non solo, quindi, sarò amministratore, ma dice bene il sindaco quando ritiene che sarò l’avvocato di Ghelas, perché difenderò i diritti dei lavoratori della società in ogni sede”.
Se non ci sarà alcuna intesa sulla ristrutturazione del debito (secondo Fidone la municipalizzata deve ricevere circa tre milioni di euro dal Comune), allora si potrebbe passare alla messa in liquidazione. Lo scontro tra la guida della società e l’amministrazione comunale è ormai aperto.