Coltellate al fratello, versioni discordanti in aula: l’accusa è di tentato omicidio

 
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Gela. Due versioni diametralmente in contrasto tra loro. Nel dibattimento che si svolge nei confronti di Salvatore Morana, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato il fratello, due anni fa nei pressi dell’abitazione di famiglia, sono stati ascoltati, come testimoni, diversi familiari. La moglie e la figlia dell’imputato, difeso dai legali Cristina Alfieri e Francesco Minardi, hanno riferito di continui atteggiamenti violenti del fratello poi rimasto ferito. Anche il giorno precedente ai fatti ci sarebbe stato un altro alterco, con minacce. Il fratello avrebbe brandito un coltello. Lama che secondo la versione della difesa avrebbe avuto pure nei momenti della lite che sfociò nel ferimento. Un video, registrato dalla figlia dell’imputato, darebbe contezza del fatto che il ferito aveva con sé proprio una lama. Le immagini sono agli atti e verranno valutate dal collegio penale del tribunale. Una ricostruzione, quella difensiva, che non trova riscontro invece nelle considerazioni portate avanti dalla parte civile, con i legali Giuseppe Cascino e Maria Cascino, che assistono il ferito. Alcuni suoi familiari hanno parlato delle minacce che sarebbero arrivate più volte proprio dall’imputato.

Un’altra familiare ha escluso di aver notato armi, quando giunse sul posto. Per la procura, l’imputato, al culmine di continui dissidi con il fratello, voleva uccidere e per questo lo avrebbe colpito con un coltello. Le ricostruzioni delle parti sono completamente discordi nel definire gli accadimenti, sia per il giorno del ferimento sia per i periodi precedenti. L’istruttoria dibattimentale proseguirà con altri testimoni.

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