Gela. Un silenzio rotto dal pianto di centinaia di amici, compagni di scuola che amavano Stefano.
Una chiesa Madre gremita all’inverosimile ha dato il suo ultimo saluto a Stefano Ascia, il diciassette morto nel giorno del suo compleanno sulla Gela-Manfria. Zaino appoggiato sulle colonne della Cattedrale, compagni di scuola e d’istituto hanno assistiti attoniti al rito funebre celebrato da monsignor Grazio Alabiso. “Noi non comprendiamo perché accadono queste cose – ha detto dal pulpito – ma vogliamo rimetterle ai piedi di Cristo. Non abbiamo la forza e la capacità per comprendere ma abbiamo la certezza che Stefano è lì, davanti a Gesù Cristo. Mancherà a tutti. Concedi a tutti quello che non sappiamo accettare o capire”.
La preside del liceo Scientifico Angela Tuccio. “Oggi le parole di mancano. I ragazzi mi hanno chiesto di poter essere presenti. Ieri li ho trovati distrutti. Io sono mamma e so che non è possibile sopravvivere ai figli”.
Poi è toccato a due amici lasciare l’ultimo ricordo. “Sono stato fortunato a conoscerti. Ti battevi contro ogni forma di ingiustizia. Eccellevi in tutto e il tuo sorriso era contagioso. Se Dio mi avesse dato la possibilità di esprimere un desiderio avrei chiesto un miracolo. Adesso proteggi Federica ed i tuoi genitori. L’idea che questa estate non potrò svegliarti per andare a mare insieme mi distrugge ma l’amore è immortale”.
“Hei Ste’ – ha detto commosso un altro amico – sapevi ridere di te, per quella sciarpa bianca e quel casco. Non ti arrabbiavi neanche quando ti rubavamo cornetti e panici. Ci ridevi su. Ricorderemo il tuo ciuffo pieno di lacca. Il tuo banco sarà sempre libero per te. Non è un addio ma un arrivederci…”.
Palloncini bianchi hanno salutato una giovane vita che se ne va, tra la commozione di tutti. Sabato una fiaccolata promossa dagli studenti del liceo Scientifico.