Quotidiano di Gela

Chiuso voto provinciali, 300 al seggio: Di Stefano sempre più legato a progressisti e civici

Domani mattina, dalle ore 8, inizierà lo spoglio delle schede, sia per la presidenza, con in lizza i sindaci Conti (Niscemi), Di Stefano (Gela) e Tesauro (Caltanissetta), sia per il nuovo consiglio provinciale

A cura di Rosario Cauchi
27 aprile 2025 22:00
Chiuso voto provinciali, 300 al seggio: Di Stefano sempre più legato a progressisti e civici - I pentastellati insieme a Di Stefano
I pentastellati insieme a Di Stefano
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Gela. Si è conclusa la giornata di voto per le provinciali di secondo livello, aperte solo a sindaci e consiglieri comunali del territorio. Alla fine, hanno espresso la loro preferenza 300 aventi diritto a fronte di un totale di 314. Domani mattina, dalle ore 8, inizierà lo spoglio delle schede, sia per la presidenza, con in lizza i sindaci Conti (Niscemi), Di Stefano (Gela) e Tesauro (Caltanissetta), sia per il nuovo consiglio provinciale. Il risultato pare piuttosto incerto. Di Stefano si è messo alla testa di una coalizione progressista e civica. Gli altri due contendenti, invece, si sono divisi il centrodestra, che non si è presentato compatto. La partecipazione finale al voto è stata ampia, con i consiglieri gelesi che hanno risposto per intero, senza assenze. Indipendentemente dall'esito finale, sicuramente il sindaco Di Stefano ha scelto ormai stabilmente la via progressista e civica, con un fronte piuttosto ampio. Con lui, per le provinciali, si sono chiaramente schierati il Pd e il Movimento cinquestelle, basi essenziali del “modello Gela”, ma anche formazioni che al momento sono opposizione alla sua giunta, Italia Viva e il laboratorio politico “PeR”. Il primo cittadino gelese e i suoi alleati ripartiranno dall'esperienza delle provinciali per rafforzare una rete civica sul territorio, insieme però alle forze di centrosinistra. Le regionali, del resto, saranno un altro passaggio che metterà alla prova questa scia politica che man mano inizia a colorarsi di varie sfumature, prevalentemente alternative al centrodestra del governo regionale e di quello nazionale. Soprattutto i cinquestelle stanno puntando molto sulla leadership di Di Stefano, confermata dal vicepresidente vicario dell'Ars Nuccio Di Paola, che già lo aveva voluto come candidato a sindaco, lo scorso anno al termine dell'agorà. I dem, a loro volta, sanno che Di Stefano può compattare le tante anime del centrosinistra locale e quelle civiche, sotto un'unica bandiera. Le sorti del “modello Gela” e obiettivi amministrativi fondamentali come il bilancio stabilmente riequilibrato, saranno altre tappe per vagliare la solidità di un'intesa politica e amministrativa, vista di buon occhio anche dalle segreterie regionali. Di Stefano non ha mai negato di preferire la strada di un dialogo ampio, di una mediazione tra più forze politiche, di estrazione differente. Quanto accaduto però con gli autonomisti dell'Mpa, alle provinciali schierati con il centrodestra di Forza Italia e del sindaco nisseno Tesauro, potrebbe sancire un allontanamento più marcato da contesti che non siano progressisti e di centrosinistra. Intorno al “modello Gela”, in attesa di capire se possa diventare “modello Provincia”, si stanno stringendo progressisti e civici, convinti che possa maturare un progetto ancora più consolidato, premiato lo scorso anno in città e che andrà avanti almeno fino alle prossime regionali, per tastarne la consistenza effettiva.

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