Gela. Crisi della raffineria Eni, caos nella gestione della raccolta differenziata dei rifiuti e il tentativo di dire sì al passaggio nel libero consorzio di Catania. Tutti eventi che, soprattutto nelle ultime settimane, hanno messo in ombra quell’enorme buco imprenditoriale
e amministrativo che porta il marchio del mega progetto fotovoltaico della cooperativa Agroverde.
A che punto è la notte? Dopo l’ultima seduta monotematica del consiglio comunale dedicata alla questione, poco è emerso. Adesso, gli imprenditori che ancora attendono pagamenti arretrati dai committenti hanno deciso di rivolgersi al prefetto di Caltanissetta Carmine Valente, dopo aver trovato un’intesa sul punto con il primo cittadino Angelo Fasulo.
“Ma il sindaco – dice il consigliere comunale di Articolo 4 Terenziano Di Stefano – ha capito solo adesso che le cose non vanno per il verso giusto? Non poteva svegliarsi un anno fa?”. Del nuovo gruppo imprenditoriale intenzionato, almeno stando alle comunicazioni fornite dai vertici di Agroverde, ad investire nel progetto si sa veramente ben poco.
“Altro che arabi, indiani, pakistani, cinesi – continua Di Stefano – le condizioni per portare avanti il progetto iniziale non ci sono più. Adesso, dovrebbe essere il sindaco che si è fatto garante dell’intera operazione a scandagliare il mondo in cerca di chi possa ancora salvare capre e cavoli”.
Il primo cittadino, da parte sua, conferma i timori manifestatigli dagli imprenditori che, dopo aver ottenuto appalti e subappalti, sono rimasti al palo. “Mi hanno chiesto – conferma – di poter chiedere l’intervento del prefetto di Caltanissetta. Attendono ancora i pagamenti. Tra le società, c’è anche quella del gruppo Mondello. Credo che la prossima settimana vedranno il prefetto Carmine Valente. Il pagamento delle indennità atteso dai proprietari delle aree espropriate? Mi risulta che, seppur con molta lentezza, stia proseguendo”. Insomma, il polo delle meraviglie continua a dispensare immagini piuttosto sfocate.