Centrodestra locale in cerca di una ripartenza, tante diffidenze interne: unità tutta da costruire
Qualche nome, probabilmente, opterà per collocazioni differenti e la moderazione del sindaco Di Stefano, civico che sta con i progressisti ma non disdegna di lasciare la porta aperta a espressioni centriste e non solo, può essere un richiamo
Gela. Il centrodestra locale, che un anno fa subì una sconfitta, ancora oggi pesante da accettare, per mano della coalizione del “modello Gela”, cerca sé stesso ma non sarà facile riorganizzarsi, nella prospettiva di un'alternativa netta al sindaco Terenziano Di Stefano e alla sua alleanza. La battuta d'arrresto delle amministrative 2024 ha lasciato solchi profondi e il centrodestra, attualmente, risente di falle evidenti e di divisioni, che sono anche di carattere personale. Le parole dell'ex parlamentare Ars Pino Federico, un anno fa tra i firmatari della piattaforma “Alleanza per Gela” (una vera e propria scissione dai partiti ufficiali d'area), hanno generato dure reazioni, trascinatesi anche sui social. Il centrodestra ufficiale, con l'aggiunta di Italia Viva, virò forte sull'ingegnere Grazia Cosentino. L'attuale consigliere comunale indipendente, ma assai vicina alla Dc di Cuffaro, non riuscì a prevalere al termine del primo turno e il ballottaggio si trasformò in un pantano, fino alla netta vittoria di Di Stefano e dei suoi. Da allora, la diffidenza ha prevalso nei rapporti interni a un centrodestra cittadino, per l'ennesima volta non in grado di sfruttare la scia nazionale e regionale. I prossimi mesi saranno probabilmente un banco di prova importante, sia in Comune, dove l'opposizione dovrà trovare una chiave univoca quando il tasto sarà quello del bilancio stabilmente riequilibrato, sia fuori da Palazzo di Città. Il neo segretario locale di Forza Italia, Vincenzo Cirignotta, subito dopo la sua elezione alla guida del partito, ha suggerito un lavoro di insieme per costruire un coordinamento delle segreterie cittadine di centrodestra. Gli stessi azzurri, i meloniani di Fratelli d'Italia, la Dc e altre anime come Liberali e Noi moderati, sembra possano rispondere all'appello. Però, i nodi al pettine non mancano. “Allenza per Gela”, che nel 2024 rifiutò le scelte verticistiche palermitane, più di qualche vuoto lo lascia nello schema del centrodestra locale. Lo stesso Federico, molto critico, ma anche espressioni politiche ed elettorali come quelle dell'ex leader dell'Alleanza Salvatore Scerra, di un altro esponente importante come l'ex presidente del civico consesso Salvatore Sammito e ancora dell'ex consigliere comunale Salvatore Incardona (il terzo più suffragato in assoluto alle urne per le comunali), sono tutte caselle che non sembrano rientrare in un “formulario” politico, già prestabilito. C'è chi teme, infatti, che i rancori di un anno fa e gli spazi che il sindaco intende costruire nel “modello Gela”, oltre i pilastri progressisti e civici, possano incidere parecchio sugli scontenti di centrodestra e su quelli che ormai guardano a una dimensione fuori dai partiti. Del resto, il capo dell'amministrazione, in queste settimane, non ha fatto mistero di lavorare a uno scenario amministrativo che possa dipanarsi su “dieci anni”. Esponenti come Scerra e Sammito sono molto vicini al sindaco e al suo progetto, proiettati sotto insegne civiche. Il blocco di centrodestra si trova inoltre davanti all'enigma Mpa. Cirignotta, proprio nel suo discorso da neo segretario di Forza Italia, non ha affatto chiuso ai lombardiani, senza peraltro ritenerli “eretici” per via della scelta di stare nel “modello Gela”, in controtendenza rispetto a ciò che accade in Provincia e in Regione, con gli autonomisti invece schierati appunto nel centrodestra. I cuffariani, che sembrano molto più rigidi nel posizionamento e nei toni, non vogliono sentir parlare di alleanza con l'Mpa e anzi diffidano e non poco. Il gruppo che siu rifà all'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo ha confermanto l'intesa con l'alleanza del sindaco ma senza alzare le barricate, in un eventuale dialogo istituzionale fuori dal “modello Gela”. Nei partiti di centrodestra tanti aspetti vanno registrati. In Forza Italia, le difficoltà di dialogo si sono manifestate in modo plateale e Cirignotta cercherà di rinsaldare gli argini. Tra i meloniani, non mancano le aree che in taluni casi non si sono trovate sulla stessa scia e fanno da equilibratori il parlamentare regionale Salvatore Scuvera e il coordinatore Pierpaolo Grisanti, scelto come soluzione di sintesi tra posizioni interne da far collimare. I leghisti attraversano una fase di riorganizzazione e quanto accaduto negli scorsi giorni nella giunta comunale di Caltanissetta non favorisce certamente la distensione degli animi. In consiglio comunale, a Palazzo di Città, l'opposizione si è spesso mossa all'unisono ma ci sono diversi consiglieri che ancora non hanno una collocazione sotto insegne ufficiali. Sembrano prevalere quelli che si rifanno ai partiti ufficiali e meno invece alla “scissione” di un anno fa. Le regionali avranno un peso non indifferente e lo schieramento di centrodestra, almeno in città, dovà puntare a fare numeri, anzitutto intorno a Scuvera, che si troverà a competere, probabilmente, con pezzi da novanta dei voti, con in testa quelli che dovrebbero collocarsi sotto il simbolo dei salviniani, senza dimenticare il forzista Michele Mancuso. Senza fare troppi voli pindarici, prima di tutto il centrodestra cittadino dovrà trovare una propria identità, attualmente “ostaggio” delle rivalità e delle ferite politiche lasciate dalla sconfitta. I temi della città vanno affrontati per mettere su una base programmatica. Qualche nome, probabilmente, opterà per collocazioni differenti e la moderazione del sindaco Di Stefano, civico che sta con i progressisti ma non disdegna di lasciare la porta aperta a espressioni centriste e non solo, può essere un richiamo: a maggior ragione se il centrodestra, ancora una volta, si farà prendere dall'euforia della vittoria sicura, che quasi come un refrain, almeno in città, si trasforma in sconfitta, nel momento decisivo.
In foto il parlamentare Ars Scuvera e il segretario FI Cirignotta
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