Gela. Spiragli per gli operai dell’indotto Eni rimasti fuori dal ciclo produttivo della raffineria di contrada Piana del Signore?
Il cinque percento per la Smim. Durante il confronto tra i sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil e Ugl, quelli metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm e Ugl, i tecnici Inps e l’assessore al lavoro Gianluca Miccichè, è arrivato il via libera all’utilizzo del cinque percento dei fondi messi a disposizione per il 2016 dal ministero, con l’obiettivo di coprire i primi tre mesi di cassa integrazione in favore dei 115 operai della Smim che, nelle scorse settimane, si sono visti recapitare le lettere di licenziamento. Lo stesso Miccichè ha assunto l’impegno di verificare la possibilità di utilizzo di altri fondi per i mesi successivi. Una soluzione che, a questo punto, potrebbe riguardare anche gli operai di altre aziende dell’indotto in crisi nera. Non è da escludere che il componente della giunta Crocetta possa farsi da garante con i vertici aziendali di Smim, chiedendo la sospensione di tutti i licenziamenti già formalizzati. Una copertura dovrebbe arrivare anche per una sessantina di esodati, rimasti praticamente senza azienda e senza alcun ammortizzatore sociale. In questo caso, i tecnici dell’assessorato palermitano e quelli dell’Inps mettono a disposizione i fondi rimasti per l’annualità 2015. Allo stato attuale, come comunicato ai rappresentanti sindacali confederali e a quelli dei metalmeccanici Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese, non sono certe le cifre né i tempi dei pagamenti che, comunque, dovrebbero essere confermati. In base ai dati portati al tavolo palermitano, solo per coprire tutto il 2016 sia per gli operai dell’indotto Eni che per quelli di Termini Imerese, sarebbero necessari almeno 11 milioni di euro. L’intervetno regionale era stato più volte chiesto dai confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania.