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Caro acqua in provincia, consegnate firme alla presidenza della Regione: "Calmierare costi"

Caltanissetta. Una delegazione composta da Giuseppe Firrone e Antonio Surace, del Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e i beni comuni,  Michele Scarlata e Michele Alessi di Federconsumatori-Aps...

A cura di Redazione
03 aprile 2025 07:15
Caro acqua in provincia, consegnate firme alla presidenza della Regione: "Calmierare costi" -
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Caltanissetta. Una delegazione composta da Giuseppe Firrone e Antonio Surace, del Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e i beni comuni,  Michele Scarlata e Michele Alessi di Federconsumatori-Aps Caltanissetta e Filippo Maritato e Vittorio Gallo del Movi Caltanissetta, ha incontrato il Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione Salvatore Sammartano e l’ingegnere Mario Cassarà del Dipartimento Acqua e Rifiuti, già membro della cabina di regia sull’emergenza idrica, per consegnare ufficialmente i fogli firma della petizione sul “caro acqua all’ingrosso” organizzata e portata a termine dalle tre sigle associative nel corso del 2024. Sono state consegnate all’ufficio protocollo della Presidenza della Regione Siciliana 3931 firme certificate, esclusivamente in formato cartaceo e con l’indicazione del documento di identità del firmatario, raccolte su tutto il territorio provinciale con l’importante contributo dei Comitati di Quartiere delle città di Caltanissetta, San Cataldo e Gela, di associazioni locali e liberi cittadini che si sono prontamente messi a disposizione. La petizione è stata promossa per sensibilizzare la presidenza e gli organi competenti della Regione, sul costo elevato dell’acqua all’ingrosso, superiore al doppio della media nazionale, che viene praticato dal gestore di sovrambito Siciliacque nei confronti dei gestori locali, e quindi di Caltaqua, e che ricade interamente sulla definizione delle bollette degli utenti nisseni. La determinazione della tariffa regionale applicata da Siciliacque, società partecipata al 25% dalla stessa Regione Sicilia e per la restante parte di appartenenza ad Italgas, avvenuta con delibera di Giunta Regionale n.249/2018 che ha ratificato le tariffazioni applicate da Siciliacque per il periodo regolatorio tariffario 2016-2019 , é stata ritenuta illegittima con sentenza del Tar di Palermo n. 00328/2020 del 10 febbraio 2020 e poi confermata in appello dal Cga nel luglio dell’anno successivo. La sentenza del Tar sancisce l’illegittimità della tariffa applicata nei confronti dei vari gestori “provinciali” (tra cui Caltaqua), in quanto la giunta regionale non ha potestà decisoria e legislativa nella definizione della tariffa, ma questa spetterebbe solamente allo Stato e a organi nazionali di definizione ed applicazione di metodologie tariffarie e successiva verifica e controllo, quali appunto esclusivamente l’Arera.

Durante l’incontro con i referenti regionali, nel quale si è potuto apprezzare un’ampia e non comune  disponibilità all’ascolto delle motivazioni e tematiche dei proponenti la petizione, si è anche colta l’occasione per approfondire la tematica tecnica delle cause della crisi idrica che ha colpito la nostra provincia l’anno passato, con particolare riferimento alle opere finanziate per fronteggiare con i pozzi il reperimento della risorsa idrica nelle future situazioni di crisi, la attuale situazione degli invasi Ancipa e Fanaco che sottendono ai nostri territori e che lasciano oggettivamente garantire per una situazione che non potrà essere come quella della scorsa estate, i continui interventi ed investimenti a mitigare la dispersione idrica negli acquedotti collegati agli invasi citati, e non ultimo le prospettive per il completamento dell’invaso del Blufi per il quale non è stato abbandonato uno studio di fattibilità e valutazione di impatto e per il quale sarebbe auspicabile un completamento, ma con una ridefinizione delle opere già realizzate ed opportuno ridimensionamento in funzione dei nuovi regimi idrologici. Tutti i convenuti al confronto si sono trovati d’accordo sul fatto che il costo dell’acqua all’ingrosso non è l’unico fattore che fa aumentare la tariffa, ma, per esempio, l’aspetto del continuo aumento dei costi energetici è un elemento sempre più pressante. Consegnato all’ingegnere Cassarà uno stralcio della sentenza dalla quale scaturisce il debito dell’Ati di 11,377 mln di euro nei confronti di Caltaqua, da restituire negli anni dal 2027 al 2036, e che in parte scaturisce dal mancato trasferimento della Regione Sicilia di 5,517 mln di euro nel periodo 2006-2010 a saldo di un contributo totale di 35,8 mln di euro, e chiesto di valutare fattivamente l’intervento per pagare la quota parte del debito. La proposta è stata dunque quella di introdurre un tetto limite sul prezzo della materia prima venduta da Siciliacque ai gestori d’ambito calcolandolo sulla base di un costo che non sia superiore a 0,29 euro (dato ricavato dalle sentenze di Tar 328/2020) o comunque non superiore al dato medio del costo ricavabile dal costo medio dell’acqua nazionalmente calcolato tramite l’introduzione di un sistema di perequazione regionale che possa calmierare i costi della tariffa in quanto l’approvvigionamento dell’acqua all’ingrosso da Siciliacque incide la provincia nissena per oltre l’80% del fabbisogno idrico richiesto con conseguente aumenti in bolletta per gli utenti.

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