Carabiniere assolto da accusa truffa: il Tar, “non può tornare nell’Arma”

 
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Gela. Solo qualche giorno fa, i giudici della corte d’appello di Caltanissetta lo hanno scagionato dall’accusa di aver sottratto circa duemila euro ad una donna che si sarebbe affidata a lui per ottenere la cancellazione di un protesto.

Adesso, però, con una loro ordinanza: i magistrati del tribunale amministrativo di Palermo hanno espresso parere negativo alla richiesta di annullamento del provvedimento di cessazione dal servizio nell’arma dei carabinieri.
In sostanza, il ricorso presentato dai legali del quarantaseienne (F. S. le sue iniziali), fino allo scorso anno in servizio alla caserma del reparto territoriale di via Venezia: non avrebbe i requisiti per essere ammesso. Stando ai giudici del tar, la sua esclusione dal servizio sarebbe giustificata dal contenuto del decreto firmato dal direttore generale del ministero della difesa.
Atto che venne notificato al carabiniere lo scorso novembre. Nell’ordinanza appena emessa dai giudici amministrativi ai quali si sono rivolti i legali del militare allo scopo di garantirgli il rientro in servizio, si legge che “il provvedimento impugnato, ad una sommaria cognizione, non appare affetto da irragionevolezza avuto riguardo ai giudizi gravemente negativi riportati nelle schede valutative 2009–2012, alle sanzioni disciplinari subite nel 2005–2011, ai plurimi procedimenti penali, agli ammonimenti riportati nel 2011–2012”.
L’ordinanza dei giudici amministrativi, nonostante l’assoluzione ottenuta in appello dal carabiniere, rende sicuramente in salita la strada che potrebbe riportalo tra i ranghi dell’arma.

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