Caos sanità, paziente prima positiva e poi negativa Covid: strutture si smentiscono a vicenda

Gela. Un vero e proprio caos, organizzativo e di comunicazione. Nel caso della paziente che vi abbiamo raccontato ieri, sballottata tra l’ospedale “Vittorio Emanuele” e la clinica “Santa Barbara”, con...

A cura di Redazione Redazione
18 aprile 2020 13:10
Caos sanità, paziente prima positiva e poi negativa Covid: strutture si smentiscono a vicenda -
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Gela. Un vero e proprio caos, organizzativo e di comunicazione. Nel caso della paziente che vi abbiamo raccontato ieri, sballottata tra l’ospedale “Vittorio Emanuele” e la clinica “Santa Barbara”, con esiti anche differenti, arriva il risultato del tampone (comunicato dall’amministrazione comunale), che è negativo. Nell’arco di poche ore, ieri, la donna era prima stata trasferita dal nosocomio di Caposoprano alla struttura privata di Macchitella, come un caso non Covid. I medici della clinica, però, accertando sintomi sospetti l’hanno sottoposta ad ulteriori accertamenti.  “Arrivata al Santabarbara, la paziente è stata subito visitata dagli specialisti di medicina generale che, insospettiti da alcuni sintomi, hanno deciso di effettuare il test sierologico per il coronavirus. Risultata positiva al Covid – hanno fatto sapere dalla clinica – è stata immediatamente rimandata al Vittorio Emanuele. La donna, pertanto, non ha avuto accesso ai reparti del Santabarbara e non è entrata in contatto con i pazienti lì ricoverati”. Prima, positiva; ora, negativa. Una “filiera” che mette in difficoltà tutti e non dà garanzie ai cittadini, soprattutto in questo periodo di estrema emergenza.

Anche dall’amministrazione comunale fanno sapere di aver seguito la vicenda con molta preoccupazione. “Sottoposta al tampone, unico esame in grado di accertare effettivamente la positività al virus, la paziente è risultata negativa al test a cui i medici del nostro nosocomio l’hanno immediatamente sottoposta subito dopo il trasferimento dalla clinica privata – dice il sindaco Greco – non nascondo di aver vissuto la vicenda con una certa ansia e apprensione, in quanto le modalità del caso avevano suscitato grande e legittima preoccupazione nell’opinione pubblica. Le difficoltà non vanno nascoste ma bisogna anche saper tranquillizzare”.

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