Gela. Nelle campagne locali, l’acqua scarseggia e il copione è sempre uguale. Tante aziende non riescono a portare avanti le loro attività, con il peso di infrastrutture che sono sempre al palo, ad iniziare dalle dighe. Attualmente, a disposizione sembra esserci acqua a sufficienza, solo per una settimana di irrigazione e poco altro. All’acqua già carente, si aggiungono i soliti guasti e le rotture, che bloccano il flusso e che proprio in questi giorni sono in fase di riparazione. Insomma, una situazione estrema che impedisce agli operatori di programmare una qualsiasi produzione. Sono tante le aziende del comparto che vanno avanti a fatica, strette tra produzioni che non possono partire e conti da saldare. In questi giorni, gli agricoltori locali si stanno confrontando. E’ prevista una riunione, anche con i produttori della vicina Niscemi. Una cosa è certa, vogliono evitare che il prossimo anno si possa verificare la stessa situazione, a partire dall’acqua che viene sversata in mare.
“Quest’anno, ci hanno dato il colpo di grazia – dice Liborio Scudera che spesso si è fatto portavoce di tanti agricoltori e imprenditori del settore – se anche l’anno prossimo, l’acqua finirà in mare, allora saremo costretti ad occupare le dighe. Siamo stanchi e speriamo che anche il prefetto verifichi tutte queste situazioni. Siamo stati presi in giro, perché ci assicuravano che l’acqua a Cimia ci sarebbe stata. Invece, niente. Dobbiamo accontentarci di quantitativi irrisori. Parleremo anche di questo. Non vogliamo più farci trovare impreparati”. Con tante aziende in difficoltà, a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro, tutti concentrati nel comparto locale.