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Bonifiche ferme, Giudice: "Da più di quattro anni nessuna notizia della caratterizzazione del Biviere"

Gela. Da oltre quattro anni mancano notizie del piano di caratterizzazione per la bonifica dell’area protetta della Riserva Orientata Biviere. Emilio Giudice, partendo proprio dal silenzio delle autor...

A cura di Redazione
15 marzo 2018 20:09
Bonifiche ferme, Giudice: "Da più di quattro anni nessuna notizia della caratterizzazione del Biviere" -
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Gela. Da oltre quattro anni mancano notizie del piano di caratterizzazione per la bonifica dell’area protetta della Riserva Orientata Biviere. Emilio Giudice, partendo proprio dal silenzio delle autorità competenti, lancia però un messaggio alla politica. “Troppo spesso – dice – la politica si occupa di illusioni. Invece, serve la pianificazione. Ci sono documenti precisi e piani già redatti, ma bisogna attuarli. Adesso, la città ha due deputati regionali e un senatore, oltre ai riferimenti alla Camera dei Deputati. Qualcuno dovrebbe farsi carico delle istanze di un intero territorio. Perché le bonifiche delle aree industriali, e non solo, sono ferme? Chi controlla?”. A Palermo, hanno dovuto istituire un nuovo ufficio speciale, essendosi trovati davanti ad iter fermi, anche per il Sin di Gela. “Da oltre quattro anni non si sa nulla del piano di caratterizzazione per l’area del Biviere – continua – non interessa a nessuno? Chi dovrebbe informarci? Dove sono i risultati?”.

Le bonifiche ferme. Da anni, Giudice segue l’intera vicenda delle bonifiche industriali, avendo partecipato anche ai tavoli istituzionali. “E’ tutto fermo – ammette – avevamo chiesto di inserire anche l’area a ridosso del porto rifugio, in passato occupata da un sito industriale. Si farà la caratterizzazione? L’area è stata ricompresa tra quelle da bonificare?”. Per Giudice, a mancare sarebbe soprattutto la volontà politica. “Purtroppo, possiamo parlarne all’infinito – conclude – ma senza i necessari finanziamenti e senza pianificazione, tutto diventa inutile. E’ solo fumo. Si fa fatica anche a rispettare un principio basilare, chi inquina deve pagare e compensare la città”. Un appello accorato il suo, in un territorio martoriato dagli effetti negativi dell’industria pesante e della politica spesso assente.

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