Gela. Al termine del giudizio di primo grado, risalente al settembre dello scorso anno, vennero riconosciute le ipotesi di reato meno gravi. Massimiliano Avenia, Giovanni Palermo e Gaetano Fiaccabrino furono condannati dopo il coinvolgimento nell’indagine antidroga “Tomato”. Secondo le accuse, avrebbero avuto a disposizione eroina, che sarebbe stata anche spacciata. Arrivò un’unica assoluzione, quella per Giovanni Traina, difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone. Due anni e un mese di reclusione a Palermo, due anni a Fiaccabrino e un anno ad Avenia, questa la decisione assunta dal giudice. La vicenda processuale proseguirà in appello. La difesa di Fiaccabrino, sostenuta dall’avvocato Paola Carfì, si è rivolta ai magistrati della Corte d’appello di Caltanissetta.
Al termine dell’istruttoria dibattimentale in primo grado, erano state chieste pesanti condanne, oscillanti tra i sei e gli otto anni di detenzione. Ci fu il riconoscimento però di ipotesi meno gravi, che inevitabilmente fecero ridurre l’entità delle pene. Per le difese (tra i legale c’è l’avvocato Flavio Sinatra), gli imputati non avrebbero spacciato l’eroina in città, trattandosi solo di consumatori. Spesso avrebbero acquistato insieme le dosi da consumare, per poi dividerle.