Gela. Le sei condanne sono state confermate, seppur con pene lievemente ridotte. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno emesso il dispositivo sui ricorsi presentati dai legali degli imputati coinvolti nell’inchiesta antimafia “Mutata arma”. Dieci anni e otto mesi di reclusione sono stati decisi nei confronti di Graziano Vella (è caduta l’aggravante mafiosa rispetto ad uno dei capi di imputazione), mentre in primo grado la pena era di undici anni e otto mesi. Dieci anni e quattro mesi a Majch Vella (il gup in primo grado aveva disposto undici anni e quattro mesi); nove anni e due mesi di detenzione per Salvatore Graziano Biundo e Davide Faraci (in primo grado la condanna era di dieci anni); un anno e sei mesi per Davide Pardo, in continuazione con una precedente sentenza (la condanna del gup era stata di due anni di detenzione). E’ stata invece confermata la decisione di primo grado per Andrea Tomaselli, un anno e tre mesi di detenzione.
I legali di difesa, nei ricorsi, hanno insistito per rivedere le decisioni assunte un anno fa dal gup del tribunale di Caltanissetta, al termine del rito abbreviato. I pm della Dda nissena ritennero che tutti gli imputati avessero avuto contatti diretti con il gruppo Rinzivillo, per il quale si sarebbero mossi sia per le armi che per la droga. Il giudizio di appello è rimasto “congelato” per alcuni mesi, in attesa che la Cassazione si pronunciasse sulle richieste di ricusazione avanzate dalle difese di alcuni imputati. I giudici romani hanno respinto le istanze. I sei sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Giuseppe Fiorenza, Cristina Alfieri e Ignazio Raniolo. Con la pubblicazione delle motivazioni, i legali potrebbero decidere di rivolgersi alla Corte di Cassazione.