Blitz "Ianus", mafia e droga: in primo grado accuse riviste ma Dda impugna in appello

La decisione del gup, al termine del giudizio abbreviato, non ha riconosciuto diverse ipotesi associative, compresa quella di mafia

08 settembre 2025 20:30
Blitz "Ianus", mafia e droga: in primo grado accuse riviste ma Dda impugna in appello -
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Gela. Il gup del tribunale di Caltanissetta Lorena Santacroce, pochi mesi fa, ha emesso una sentenza di condanna per oltre trenta imputati, tutti coinvolti nel maxi blitz antimafia “Ianus”. Secondo le accuse, le organizzazioni locali avevano strutturato un ramificato traffico di sostanze stupefacenti, con vari canali siciliani. La decisione del magistrato, al termine del giudizio abbreviato, non ha però riconosciuto diverse ipotesi associative, compresa quella di mafia. Gli inquirenti ritennero che i clan Emmanuello e Rinzivillo orchestrassero il traffico di droga. I pm della Dda di Caltanissetta, Nadia Caruso e Claudia Pasciuti, hanno proposto appello per le posizioni di alcuni imputati, ai quali appunto in primo grado non sono state riconosciute responsabilità per capi d'accusa pesanti, come le imputazioni di mafia e di associazione per il traffico di droga. L'attenzione dei pm si è concentrata su Crocifisso Di Gennaro, Giuseppe Domicoli, Manuel Ieva, Angelo Lorefice e Alessandro Peritore. In primo grado, sono stati condannati ma senza il riconoscimento di specifici capi di accusa. E' stato assolto invece Alessandro Pellegrino e pure in questo caso i pm della Dda hanno disposto l'appello. Nel complesso, in primo grado, le pene più pesanti, a venti anni di detenzione ciascuno, hanno toccato le posizioni di Giuseppe Pasqualino e Salvatore Mirko Rapisarda, ritenuti tra i riferimenti principali del traffico di sostanze stupefacenti. Sedici anni e quattro mesi per un altro imputato collocato nella struttura portante del traffico di droga, Giuseppe Domicoli. Quindici anni e sei mesi di reclusione a Salvatore Nocera. Undici anni e quattro mesi a Giuseppe Borgese. Nove anni e nove mesi a Diego Milazzo, nove anni e quattro mesi per Giuseppe Sicurella, nove anni e un mese per Angelo Lorefice, nove anni a Fabio Palumbo. Otto anni e dieci mesi a Salvatore Azzarelli e Rocco Grillo, otto anni e nove mesi a Mohamed Omar, otto anni a Rocco Rinzivillo (1989), otto anni e due mesi in continuazione per Vincenzo Romano, sette anni a Manuel Ieva, sei anni e otto mesi per le posizioni di Antonio Rapicavoli e Carmelo Scilio, sei anni e due mesi a Giuseppe Sinatra, sei anni a Crocifisso Di Gennaro (era indicato ai vertici del gruppo degli Emmanuello), cinque anni e quattro mesi per Luca Marino, cinque anni e due mesi per Giuliano Scordino, quattro anni e otto mesi a Emanuele Pantano, quattro anni e cinque mesi a Massimiliano Astuti, quattro anni ad Alberto Pasquale Di Dio, quattro anni in continuazione al collaboratore di giustizia Calogero Peritore, quattro anni anche ad Antonio Sollazzo e Salvatore Taormina, tre anni e sette mesi per Alessandro Peritore, tre anni e quattro mesi a Nicola Palena, tre anni a Giuseppina Bonanno, Giacomo Di Noto e Graziana Domicoli, due anni e sei mesi per il collaboratore di giustizia etneo Salvatore Castorina, due anni a Luigi Scuderi, Giuseppe Verdelli. Assolti Alessandro Pellegrino, Dario Gagliano e Salvatore Mezzasalma (difesi dai legali Flavio Sinatra e Gioacchino Marletta), Rocco Rinzivillo (1978) (con il legale Rosario Prudenti), Giuseppe Alaimo (con i legali Giuseppe D'Acqui' e Giacinto Paci), Daniele Mangiagli (con l'avvocato Franca Auteri), Vincenzo Scerra (rappresentato dall'avvocato Adriano Falsone) e Giuseppa Lauretta (difesa dal legale Danilo Tipo). A loro volta, le difese degli imputati condannati si apprestano a formalizzare gli atti di appello per i loro assistiti. Tra le parti civili, c’è il Comune di Gela, su mandato dell’amministrazione, rappresentato dall’avvocato Giusy Ialazzo. Sono parti civili inoltre il Ministero dell’interno, attraverso l’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina) e il Comune di Canicattì. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Davide Limoncello, Carmelo Tuccio, Angelo Cafà, Cristina Alfieri, Rocco Cutini, Domenico Cacocciola, Maria Lucia D’Anna, Salvatore Bruzillà, Dario Polizza Favaloro, Salvatore Pace, Giuseppe Cascino, Luigi Zinno, Andrea Giannino, Alfonso Abate, Luca Cianferoni, Antonio Montana, Calogero Meli, Debora Speciale, Gioacchino Mule’, Salvatore Pennica, Salvo Macrì, Nicoletta Cauchi, Giovanni Lomonaco, Gaetano Rizzo, Giovanni Salvaggio, Calogero Lo Giudice, Fabrizio Bellavista, Paolo Ingrao, Matteo Anzalone, Rosanna D’Arrigo e Teresa Raguccia.

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