Gela. Proseguono le deposizioni dei testimoni nel dibattimento scaturito dall’inchiesta antimafia “Extra fines”, tutta incentrata sulle presunte strategie organizzate dal boss Salvatore Rinzivillo, che per questi fatti è già stato giudicato in primo grado con il rito abbreviato. Ieri, le difese degli imputati hanno condotto l’esame di testimoni, alcuni dei quali già sentiti un mese fa. E’ il caso del dipendente regionale Filippo Guarnaccia, che definì la sua posizione senza arrivare a processo e che per gli investigatori sarebbe stato molto vicino a Rinzivillo. Ha nuovamente parlato del viaggio a Roma, effettuato per tentare di ottenere appoggi economici sul progetto di avvio di una società. Rinzivillo gli avrebbe fatto capire che c’era la possibilità di arrivare ad alcuni finanziatori. L’investimento però non si concretizzò mai. Secondo la sua versione, i rapporti sarebbero stati principalmente di amicizia, radicati nel corso degli anni. Sono state approfondite le posizioni anche di altri indagati, legati al boss da vincoli di parentela, come Luigi Rinzivillo. La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Giacomo Ventura, ha insistito sul fatto che tra i due da tempo non ci fossero più rapporti di frequentazione.
In questa tranche processuale sono imputati Antonio Rinzivillo, Crocifisso Rinzivillo, Umberto Bongiorno, Emanuele Catania, Rosario Cattuto, Angelo Giannone, Carmelo Giannone, Giuseppe Licata, Francesco Maiale, Antonio Maranto, Antonio Passaro, Luigi Rinzivillo, Giuseppe Rosciglione, Alfredo Santangelo, Vincenzo Mulè, Luigi Savoldi e Fabio Stimolo. Altri testimoni verranno ascoltati il mese prossimo. Tra i difensori degli imputati ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giacomo Ventura, Giovanna Cassarà, Riccardo Balsamo, Boris Pastorello e Mirko Maniglia.