Gela. Le indagini sono state chiuse. Sono in totale diciassette, tra amministrativi, tecnici e medici, i dipendenti Asp, in servizio all’ospedale “Vittorio Emanuele”, ritenuti responsabili di truffa. Avrebbero usato impropriamente il sistema elettronico delle presenze. In base a quanto ricostruito dai pm della procura e dai poliziotti del commissariato, timbravano ma non rimanevano stabilmente sul posto di lavoro. Con l’indagine “Exit”, negli scorsi mesi scattarono sette misure. Per quattro dipendenti, l’obbligo di firma; per tre, invece, la sospensione per un anno. Misure che però i giudici del riesame hanno annullato, con il rientro in servizio dei tre sospesi. Tutti hanno respinto le contestazioni. Per gli inquirenti, le accuse sono confermate, così come emerso durante le attività di verifica. I poliziotti hanno piazzato sistemi di telecamere, monitorando accessi e uscite dal nosocomio di Caposoprano.
Ci sarebbero state irregolarità, con alcuni coinvolti individuati fuori dalla sede di lavoro, pare senza essere autorizzati. I pm della procura, a seguito della chiusura delle indagini, potrebbero a breve avanzare richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di chi è stato toccato dalle attività di inchiesta. La scorsa settimana, invece, è stata fissata l’udienza preliminare per un altro filone investigativo, quello dei furti nel nosocomio.