Gela. E’ già stato condannato, in via definitiva, per l’omicidio del quarantasettenne Fabrizio Vallo, freddato a colpi di arma da fuoco due anni fa, davanti a uno stabile a Ostia. Per il cinquantacinquenne gelese Emanuele Caradonna, da anni residente nell’hinterland romano, è arrivata la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione anche per armi. Non appena partirono le indagini per l’omicidio, gli investigatori arrivarono a un’auto, parcheggiata a Fiumicino. All’interno, c’erano armi, munizioni, tre ordigni e documenti di identità falsi. La vettura era riconducibile proprio a Caradonna. La condanna, per questi fatti, è stata pronunciata sia in primo che in secondo grado. La Cassazione ha confermato, non accogliendo il ricorso difensivo, proposto dall’avvocato Luca Spaltro. La procura generale ha concluso per respingere l’azione difensiva. Il legale del cinquantacinquenne ha puntato principalmente sulla qualificazione giuridica dei fatti, in relazione a ciò che venne sequestrato dagli investigatori. Intervennero anche gli artificieri. Caradonna, per l’omicidio, è stato condannato a un totale di diciotto anni di detenzione.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, tra Vallo e Caradonna c’erano stati violenti alterchi e frequenti tensioni, pare per la contesa intorno a un alloggio popolare. Sembra che Vallo fosse piuttosto incline a inveire contro una familiare, ex compagna di Caradonna. Tra i due comunque i rapporti erano ormai giunti a un punto di evidente attrito. La sera dell’omicidio, prima che Caradonna si armasse, c’era stata una contesa e spuntò una spranga. Il gelese ha diversi precedenti penali alle spalle e gli inquirenti si concentrarono subito intorno agli ambienti della criminalità della zona.