Il tema è ancora aperto. “Più precisamente, per le produzioni di coltivazione di giacimenti a mare, il concessionario versa il gettito delle aliquote, royalties, nella misura del 45 per cento allo Stato e nella misura del 55 per cento alla Regione interessata. Quindi, ad esempio, su 100 milioni di gettito delle royalties, 45 milioni vanno allo Stato, 55 milioni alle Regioni.Per le produzioni di coltivazione di giacimenti su terraferma, in virtù dell’autonomia derivante dallo Statuto speciale, la Regione siciliana gode di competenza esclusiva ed ha stabilito che su un ipotetico gettito di 30 milioni, Eni deve fare un bonifico di 10 milioni alla Regione ed uno di 20 milioni ai Comunei, nel cui territorio insiste il giacimento. Il gettito viene cioè suddiviso per un terzo alla Regione e per due terzi al Comune. Ma ciò vale, lo ribadiamo, solo per le royalties on shore, terraferma, mentre per le royalties off-shore, mare, prevale la disciplina normativa nazionale che esclude dalla torta i Comuni. Per cui, la norma approvata all’Ars che riserva il 30 perc cento delle royalties ai Comuni di Gela, Butera e Licata, trattandosi di giacimenti marini, non si riferisce al gettito totale che Eni verserà, ma si riferisce piuttosto alla quota, 55 per cento, spettante alla Regione siciliana. Ipotizzando un gettito totale dei giacimenti Argo e Cassiopea di 200 milioni, allo Stato spetterebbero 90 milioni, mentre 110 spetterebbero alla Regione la quale, però, di questi 110 milioni riserverebbe il 30 per cento ,cioè 33 milioni di euro, ai Comuni di Gela, Licata e Butera. Eccoci al dunque – conclude Guzzardi – come dividerebbe la giunta regionale, ogni anno, questo 30 per cento ai tre Comuni? La norma regionale non lo specifica e quindi si lascia completa discrezionalità al colore politico del governo di turno nel decidere. E questo non è accettabile. Si stabilisca un criterio oggettivo. Magari di solidarietà, 10 per cento a testa, o di equità in proporzione alla popolazione, 18 per cento a Gela, 9 per cento a Licata, 3 per cento a Butera, o alle porzioni costiere interessate e via di seguito. Ma lo si stabilisca Soprattutto, aggiungiamo, la grande battaglia che andrebbe condotta in maniera bipartisan, è liberare da vincoli di destinazione almeno la metà del gettito delle royalties introitate dai Comuni, sia per le produzioni a mare che su terraferma, perché è proprio nell’utilizzo di queste somme che le royalties si tramutano da corrispettivi monetari ad interventi compensativi. Basterebbe semplicemente scrivere una norma in cui si specifica che i Comuni sono tenuti a destinare tali somme per investimenti, già questo elimina la possibilità di utilizzo per spese correnti, debiti fuori bilancio o altro, sul territorio in cui ricadono i giacimenti, di cui almeno la metà, 50 per cento a garanzia dei diritti costituzionali in materia di salute, ambiente, ecosistemie biodiversità, artt. 9 e 41 Cost.. Il che significa “sviluppo ecosostenibile”. A tal fine sarebbe utile cercare un sponda nei deputati regionali espressi dai collegi di Enna, Ragusa, Siracusa e Messina, territori in cui insistono i giacimenti su terraferma, e fare fronte comune.In definitiva, smettiamola con le proposte campate in aria: va bene premere magari per un raddoppio della quota dal 30 per centi al 60 per cento, ma è essenziale stabilire un criterio oggettivo di ripartizione di tale quota ai tre comuni ed approfittare dell’occasione per scrivere una norma che di fatto assegni il 50 per cento del gettito introitato dai Comuni, alla libera scelta degli stessi sugli investimenti da effettuare in risposta alle esigenze territoriali, nonché vincolando il restante 50 per cento ad interventi mirati ad uno sviluppo ecosostenibile, specie in una fase di transizione energetica come quella che stiamo attraversando”. Secondo Guzzardi , “va da sé che a bilancio verrebbero iscritti due distinti fondi: un fondo royalties per politiche ed investimenti territoriali, infrastrutture, reti e tutto quanto rientri nella programmazione-pianificazione urbanistico-socio-economica del Comune, e un fondo royalties vincolato ad interventi in materia di salute inquinamento atmosferico, catena alimentare, stili e qualità della di vita, emergenze pandemiche, fenomeni e piaghe sociali come la tossicodipendenza, ambiente, risanamento, bonifiche, rinnovabili, ecosistemi e biodiversità, macchia mediterranea, Biviere, fauna marina”.