Area crisi, su gravi ritardi nuova interrogazione al governo: Lorefice in commissione
Questa mattina, il senatore Pietro Lorefice, in audizione, è stato sentito dalla commissione consiliare ambiente, in municipio. Ha fatto un excursus dei tanti slittamenti e dei ritardi che si susseguono fino a oggi
Gela. L'area di crisi complessa e l'accordo di programma, sulla carta strumenti per attivare importanti investimenti sul territorio, alternativi a quelli di Eni, da anni sono soprattutto croce piuttosto che delizia. Un solo progetto ha visto la luce e circa ventuno milioni di euro non sono mai stati spesi per dare vita a nuove attività produttive. Questa mattina, il senatore Pietro Lorefice, in audizione, è stato sentito dalla commissione consiliare ambiente, in municipio. Ha fatto un excursus dei tanti slittamenti e dei ritardi che si susseguono fino a oggi. Di recente, il senatore che segue questa vicenda anche a livello parlamentare, ha partecipato al tavolo con le parti sociali avviato dall'amministrazione comunale. Intanto, ha predisposto una nuova interrogazione da proporre al governo nazionale. “Devo dire che l'approccio della commissione è stato positivo – sottolinea Lorefice – il confronto è sempre utile, al di là delle collocazioni politiche. Dal 2012 e fino al 2018, quando ci fu la firma dell'accordo di programma, e ancora oggi, abbiamo una situazione molto grave. Non c'è stato riscontro rispetto a quanto previsto nel Progetto di riconversione e riqualificazione, successivo alla cessazione del ciclo tradizionale degli idrocarburi da parte di Eni. Ritengo che la maggior parte delle responsabilità vada legata a Invitalia, che non rispetta scadenze e tempistiche. La Regione, inoltre, non ha mai adempiuto per come avrebbe dovuto. Non dimentichiamo che l'assessore Tamajo, ormai due anni fa, promise mari e monti ma si è rivelata solo fuffa. Il Prri prevedeva investimenti milionari in infrastrutture, intermodalità, reti stradali e ferroviarie e ancora rispetto alla portualità. Mi pare che nulla sia stato attuato e sappiamo pochissimo degli esiti del secondo bando di Invitalia, che non riesce a dare riscontri neanche davanti a un numero di istanze per investimenti veramente esiguo. Il governo deve vagliare queste chiare responsabilità, anche per questo ho predisposto una nuova interrogazione”. Il senatore si è messo a disposizione della commissione. “Sono pronto ad approfondimenti pure su altri aspetti, come quello delle bonifiche – aggiunge – ho notato parecchio interesse da parte dei consiglieri della commissione, nessuno escluso”. Se la disamina è anche politica, Lorefice delinea vuoti notevoli. “Era stata prevista una presenza costante sul territorio ma evidentemente le parole di Tamajo servivano solo per la campagna elettorale – dice inoltre – neanche altri importanti esponenti istituzionali si sono granché mossi, a partire dall'ex assessore regionale e attuale europarlamentare Falcone. Quando eravamo al governo, noi abbiamo dato risposte. Non abbiamo mai limitato il nostro impegno su questo fronte, arrivando, con l'allora ministro Costa, a definire il protocollo su bonifiche e decommissioning ma non solo”. Rispetto al tavolo con le parti sociali, secondo il senatore è essenziale “coinvolgere Regione e Invitalia”, che considera anelli deboli di un percorso tortuoso che al territorio non ha dato effetti favorevoli.
In foto il senatore Pietro Lorefice
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