Archeo Ambiente, venticinque anni al servizio del territorio

 
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Alessi lancia un decalogo per la ripresa del turismo e dell'archeologia in città

Gela. L’impegno del prof. Giuseppe Andrea Alessi per la città di Gela inizia nel lontano 1985 con la costituzione di un comitato di studio sulla costruenda mega centrale a carbone nella nostra città. In un intervento pubblicato a pag. 88 negli atti del convegno nazionale ( Gela 28/29 novembre 1986) esprime la sua totale contrarietà alla realizzazione di questa opera in quanto un’attività, per generare sviluppo, non deve essere in contrasto con le altre attività ma intrinseca con esse. Con la centrale a carbone, a parte la salute -il fattore più importante- verrebbe ad essere precluso qualsiasi sviluppo, non solo nell’agricoltura e nella pesca ma anche nel turismo. Per vincere questa battaglia si prodiga, insieme ad altri componenti, per una raccolta di firme, presenta una petizione ai rotariani di Gela che successivamente viene illustrata e votata all’unanimità anche a Trapani per il Distretto Sicilia-Malta. Dai sindacati viene accusato di essere un nemico dei lavoratori e finanche dello sciopero degli studenti del suo istituto, a cui mediante le competenze acquisite negli studi universitari in chimica, aveva illustrato tutti gli inconvenienti dell’uso del carbone come fonte energetica. Lo stesso pericolo si riaffaccia qualche anno dopo. Soltanto che questa volta la mega centrale era targata, anziché Enel, Eni e quindi il problema si presentava più difficile da superare, per gli agganci che quest’ultima aveva in città. Fortunatamente, nel tempo, la popolazione era più informata dei pericoli che correva rispetto alla volta precedente e quindi anche in questa circostanza si mostrò contraria alla sua costruzione. Anche questa volta il Rotary club di Gela affigge un manifesto di contrarietà più corposo rispetto a quello di prima.
Qualche anno dopo, il prof. Alessi aderisce ad una associazione culturale nazionale, ricoprendo il ruolo di Vicepresidente. In una campagna di pulitura e di rivisitazione di tombe nella necropoli di Dessueri, autorizzata con altri soci dalla Soprintendenza, consegna vari reperti al Museo di Gela.
Per rendere noto il degrado a cui stavano andando Le Mura di Caposoprano (scoperte nel 1948), a cui era particolarmente legato per averle viste per la prima volta all’età di anni 12, prima si documenta opportunamente, poi prende carta e penna e nel 1992, pubblica una monografia su di esse dal titolo: “Il sito di Caposoprano nella storia”. Per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza a questo problema, svolge una conferenza pubblica nella chiesetta di S.Biagio. Grande è stata la sua soddisfazione nel ricevere un grazie da parte di studenti in archeologia all’Università di Catania per aver superato, con il massimo dei voti, una materia del prof. Salvatore Garraffo attinente la descrizione di un monumento. Guarda caso, dopo aver letto la sua pubblicazione, avevano scelto di esporre le Mura di Caposoprano, testimonianze che meriterebbero di essere inserite nel patrimonio dell’UNESCO. Evidentemente, con alcune modifiche preventive ed opportune: lo spostamento ad est del relativo ingresso (per la sua pericolosità) e con possibilità di creazione di un’area di sosta opportuna per bus e autovetture e bancarelle per souvenir; la fruizione dei grandi vani (adibiti a caserme per gli addetti alla sorveglianza) pozzi e cisterne, già scoperti e poi ricoperti.
Non avendo visto un opportuno impegno da parte dell’Associazione sia a livello locale che nazionale nell’attivare le autorità competenti sullo sgretolamento delle Mura, il prof. Alessi decide di presentare, da semplice cittadino, al dirigente comunale del turismo un progetto, che fu subito accolto. Vengono stampati due grandi poster didascalici, a colori e in doppia lingua, relativi alle Mura di Caposoprano e ai Bagni pubblici greci da distribuire gratuitamente alle varie scuole ed Enti della Sicilia. Purtroppo, ciò non fu possibile. Tutte le copie (circa 2000) andarono distrutte in quanto, depositati sotto delle finestre aperte, a causa di un temporale si bagnarono completamente Si salvarono soltanto quei pochi poster, che anzitempo aveva avuto in cambio per il lavoro gratuito svolto, e che distribuì personalmente e gratuitamente ad alcune scuole ed istituti di Gela.
Una ulteriore riflessione, concernente la quota associativa che quasi totalmente andava alla sede nazionale e non alla città di Gela, lo spinse a staccarsi da quella Associazione per fare di più, fondando nel Gennaio del 1994, l’Associazione culturale “Archeo-Ambiente”. In questi 25 anni di attività, l’Archeo-Ambiente, guidata ininterrottamente dallo stesso fondatore, ha svolto una preventiva opera di conoscenza e divulgazione dei beni archeologici, monumentali e ambientali della Sicilia ed in particolare della città di Gela, per una migliore valorizzazione di essi ai fini culturali e turistici. Ha realizzato ben 18 tabelle didascaliche e in doppia lingua relative a Chiese, Palazzo di Città, Torri e Bastioni ancora esistenti in città, a cui si aggiungono altre tre tabelle che si erano deteriorate o scomparse nel tempo. Ha persino installato (30/09/2013), sulla S.S. Catania -Gela al Km 37+100 m un tabellone (mq 6), con spese di canone obbligatorio triennale di 6000,00 Euro, riportante i beni culturali più importanti della città. Per rendere note, sia alla base che alla classe politica, le potenzialità esistenti nel nostro territorio, sono stati finanche stampati e distribuiti a scuole, Enti pubblici ed Istituzioni altri 6 poster didascalici a colori relativi a Diga Grotticelle, Necropoli catacombale di Grotticelle, Castelluccio, Necropoli di Dessueri, Torre di Manfria,Acropoli- Colonna dorica del Tempio C (dedicato alla dea Atena, patroa della Città greca). Ha svolto un’azione culturale sull’arte di ogni tempo e sull’ambiente mediante conferenze, convegni, dibattiti e visite guidate. Sin dalla riapertura del Museo di Gela (marzo 1997) ha svolto un’opera di convincimento, durata diversi anni, affinchè la direttrice sostituisse le didascalie che elencavano e illustravano i vari reperti in quanto i caratteri erano talmente piccoli da risultare quasi illeggibili. Dopo un anno e mezzo di trattative, è riuscita anche ad imporre alla Soprint. l’introduzione, nelle aree archeologiche (Acropoli, Mura e Bagni pubblici greci), di pannelli esplicativi in doppia lingua ed anche la modifica della recinzione originaria dei Bagni pubblici Greci -oggi con un corridoio ad elle- per poterli osservare da vicino. E’ scesa in campo, a differenza di altre Associazioni culturali, per esprimere, mediante un manifesto pubblico murale (20 Nov.1998), un forte dissenso contro la costruenda Caserma dei Vigili del Fuoco accanto alle Mura di Caposoprano.

Undici sono state le pubblicazioni effettuate a cura del Presidente Alessi: Il sito di Caposoprano nella storia, 1992, Il teatro greco nell’antichità-A Gela è mai esistito? 1995; Il teatro come rappresentazione e come edificio per spettacoli presso i Greci, 1996; Gela città greca della Sicilia, 1997; Guida di Gela e del suo Entroterra, 2004; L’altare di Pergamo-Il monumento più famoso del mondo ellenistico, 2014; Il Santuario di Apollo delfico-L’ombelico del mondo, 2015; I giochi olimpici-Dall’antichità ai nostri giorni, 2015; Alcuni miti greci, 2016; I maggiori rinvenimenti dell’antichità nel mare Mediterraneo, 2018; Gli sport equestri presso i Greci e l’Auriga di Delfi, 2018. Ha donato alle archeologhe dell’Univ. di Messina, G. Spagnolo e C. Ingoglia, con un costo di E 720,00, N° 100 cassette (Ott. 2013) per proseguire lo scavo sull’Acropoli di Molino a Vento.

Con il consenso del Direttore del Museo di Gela e dell’Assessorato Reg. ai Beni Culturali, è stata donata la copia conforme all’originale -scansione 3 D- esposta nel Museo P. Orsi di Siracusa, della grande maschera gorgonica (oltre 1 m di diametro) che ornava la cavità frontonale dell’”Athenaion” di Gela. Da aggiungere, per una maggiore comprensione del tempio, la ricostruzione -mediante pannelli opportuni- del timpano con il fregio A che lo ornava e un pannello didascalico e l’illuminazione con fari di tutte le vetrine a p.t. relative all’Acropoli. Poiché si ritiene il Mare Mediterraneo il più grande museo all’aperto del mondo, recentemente in due momenti diversi, sono stati donati al sub F. Cassarino un compressore adatto al caricamento di bombole da immersione dal costo alquanto elevato rispetto a quello normale e una tuta opportuna per immersioni invernali e per profondità ragguardevoli e un erogatore per bombole a due vie, per aumentare la sicurezza.
In Grecia, è possibile acquistare qualunque copia “autenticata”, ma dopo il voltafaccia da parte di due Assessori della giunta Messinese di accollarsi le spese di duplicazione in bronzo dell’Auriga di Delfi (478/474 a.C.), ritrovata nel 1896 nel relativo santuario e riportata in tutti i libri di storia dell’arte, l’insufficiente disponibilità economica dell’Archeo-Ambiente non ha potuto, con grande rammarico, realizzare questa donazione al Museo che avrebbe dato un pezzo di storia e un reperto prestigioso alla città quasi a livello dei bronzi di Riace.
Pur non essendo compreso nello statuto di devolvere somme al di là dei beni culturali, l’Archeo-Ambiente ha sovvenzionato economicamente il G.S.A.G., in misura preponderante, il ricorso al T.A.R. -diritto acquisito anche con il referendum confermativo del 2014 per il passaggio alla città metropolitana di Catania- in quanto lo ritiene fondamentale per il futuro di Gela.
Tutto questo si è potuto realizzare grazie ai Soci e alla quota sociale annuale che per statuto, a differenza di altre associazioni o club-service, viene devoluta totalmente in favore della città di Gela. Gli antichi Greci avevano un grande rispetto dell’entusiasmo e lo consideravano una manifestazione divina, solo durante questa condizione di vita si possono realizzare strutture e politiche nuove e l’”Archeo-Ambiente si augura che ciò possano concretizzarsi.

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