Gela. Neanche l’avvento del nuovo anno sembra poter variare il copione, almeno occupazionale. Nei giorni finali del 2019, per i lavoratori della Sudelettra, azienda da diverso tempo impegnata nell’indotto locale della raffineria Eni, si è riaffacciata l’ipotesi del licenziamento. I vertici del gruppo lucano hanno comunicato l’avvio delle procedure. Non è la prima volta che accade e sempre con la stessa azienda. Già diversi mesi fa, c’era stata una comunicazione in tal senso fatta pervenire dalla proprietà, giustificata dal fatto di aver concluso le commesse a disposizione, che si concentravano prevalentemente nelle attività di realizzazione della nuova green refinery di Eni. Le segreterie provinciali dei metalmecanici di Fiom, Fim e Uilm sono pronte a rigettare la procedura che comporterebbe il taglio dei dipendenti. La soluzione già prospettata in altri tavoli di confronto dai segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese, porta alla cassa integrazione straordinaria, a supporto delle garanzie dei lavoratori della Sudelettra, che solo nel sito locale superano quota sessanta.
I sindacati guardano al Ministero dello sviluppo economico, che potrebbe poi ratificare la decisione, evitando la perdita totale di garanzie per i dipendenti dell’azienda elettrostrumentale. Le segreterie attendono la fissazione di un primo confronto con i manager lucani, così da valutare l’intera situazione.