Gela. I domiciliari gli erano stati concessi a fine ottobre, dopo la detenzione in carcere successiva all’arresto nell’inchiesta per i fatti dello scorso maggio, in via Bevilacqua e in via Annibal Caro. Dopo la revoca della detenzione in carcere, il gip del tribunale, su richiesta dei pm della procura, ha imposto un aggravamento per il quarantenne Crocifisso Di Gennaro, che nelle scorse settimane è stato nuovamente trasferito in carcere. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta, però, hanno accolto l’appello dei difensori, gli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello. Al quarantenne sono stati concessi nuovamente i domiciliari e lascia il carcere. L’accusa inizialmente contestatagli era di tentato omicidio. Per i pm della procura e i carabinieri, cercò di investire Benedetto Giuseppe Curvà, colpendolo poi con una pesante catena. Il riesame aveva già rivisto la contestazione, riqualificandola in lesioni aggravate. Durante i domiciliari, secondo gli inquirenti, il quarantenne avrebbe però usato il social facebook, interagendo anche con soggetti non legati alla sua stretta cerchia familiare. Ragioni che hanno indotto i magistrati della procura a richiedere l’aggravamento, con la detenzione in carcere.
Provvedimento che i legali del quarantenne hanno impugnato, ora ottenendo una pronuncia sull’appello, che consente all’indagato di tornare ai domiciliari. L’inchiesta prosegue, concentrata su quanto avvenne in via Bevilacqua, con le accuse a Di Gennaro, e sugli spari di via Annibal Caro, collegati invece a Curvà (accusato di tentato omicidio). Sono coinvolti, seppur con posizioni differenti, anche un operaio e il titolare di un’officina meccanica.