Acqua mette a rischio le abitazioni di via Tripoli e via Bengasi

Infiltrazioni preoccupanti tra via Tripoli e via Bengasi . I residenti temono per la stabilità delle fondamenta

22 maggio 2025 11:29
Acqua mette a rischio le abitazioni di via Tripoli e via Bengasi -
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Gela. Un problema che va avanti da mesi, forse anni, e che ora sta raggiungendo un punto di non ritorno. In una zona residenziale della città, tra via Tripoli e via Bengasi, i residenti vivono un incubo quotidiano: ogni volta che viene erogata l’acqua , questa fuoriesce in modo incontrollato dai muri dei garage, infiltrandosi nei locali interrati e danneggiando strutture, impianti e, secondo alcuni, minacciando persino la stabilità delle fondamenta degli edifici.
«Ogni volta che Caltaqua apre i rubinetti della rete idrica, dai muri dei nostri garage comincia a zampillare acqua come da una fontana rotta», racconta un residente di via Bengasi, mostrando le pareti interne del suo garage, completamente impregnate d’umidità. «Abbiamo fatto decine di segnalazioni, ma non è cambiato nulla. Ci sentiamo abbandonati».
Il fenomeno non è localizzato in un solo punto: coinvolge un’intera zona del quartiere dove, a ogni erogazione idrica, si verifica lo stesso problema. L’acqua, probabilmente in pressione, trova vie di fuga nel sottosuolo e affiora nei punti più deboli: garage, cantine, pozzetti tecnici. Le infiltrazioni sono così forti da sembrare veri e propri getti d’acqua, con danni evidenti a intonaci, tubature, impianti elettrici e, più in profondità, alle strutture stesse.
Secondo le prime ipotesi condivise dai residenti , il problema sarebbe da ricondurre a perdite nella rete idrica cittadina. Vecchie tubazioni, pressioni mal gestite e una manutenzione carente potrebbero essere gli ingredienti di un disastro annunciato. Ogni erogazione sembra infatti coincidere con un aumento improvviso di pressione, che “spara” letteralmente l’acqua fino a farla affiorare nei garage.I reclami formali a Caltacqua, l’ente gestore del servizio idrico, sono finora caduti nel vuoto.
Il timore più grande dei residenti riguarda però la stabilità degli edifici. Le fondamenta, continuamente esposte all’umidità, potrebbero subire danni irreversibili. «Se l’acqua continua a penetrare nel terreno in questo modo, prima o poi qualcosa cederà.Non stiamo parlando solo di muffa o pareti scrostate: qui c’è il rischio di cedimenti strutturali».
Anche la salute è messa a rischio: ambienti chiusi e impregnati d’umidità diventano terreno fertile per muffe, batteri e insetti. Nei garage coinvolti, infatti, si registrano frequenti presenze di zanzare e cattivi odori. Non mancano nemmeno le segnalazioni di elettrodomestici danneggiati e oggetti irrimediabilmente rovinati.

Nonostante le ripetute richieste di intervento, né Caltaqua né il Comune di Gela hanno fornito una risposta concreta.  «Abbiamo mandato lettere, PEC, fatto telefonate, chiesto incontri, ma ci rimandano sempre da un ufficio all’altro. L’unico effetto è la frustrazione».
Alcuni cittadini stanno valutando un’azione legale c, non solo per ottenere il risarcimento dei danni, ma anche per forzare un intervento immediato e risolutivo. Nel frattempo, la sfiducia cresce.
Il caso di via Tripoli e via Bengasi a Gela è l’emblema di una gestione idrica che, troppo spesso, si rivela inadeguata. In un’epoca in cui la sostenibilità dell’acqua è centrale nei dibattiti pubblici, vedere un bene così prezioso andare sprecato — e causare danni — è uno schiaffo al buon senso.



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