Acqua delle dighe ancora sversata: “Non ce la facciamo più, i prodotti a prezzi stracciati ci strangolano”

 
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Gela. Qualcosa, negli ultimi mesi, si è mossa ma per gli agricoltori del territorio ci sono ancora tanti vuoti da colmare. Quello delle dighe rimane il deficit maggiore. L’acqua, come sta nuovamente accadendo per Disueri, viene sversata e a poco servono le recenti piogge quando i bacini artificiali del territorio non hanno capacità strutturale per invasare neppure quantitativi minimi. L’interconnessione Disueri-Cimia dovrebbe essere ripristinata a breve e il piano delle traverse qualche spiraglio lo apre. Però i temi portanti rimangono insoluti. “Senza dighe – dice Liborio Scudera – i nostri costi di produzione sono sempre più elevati. I prodotti che arrivano dal nord Africa, in primis i carciofi, ci stanno lentamente strangolando. Sei carciofi costano quanto un caffè e noi invece ci troviamo costretti a reperire l’acqua senza il supporto delle dighe e con oneri sempre maggiori. Le poche aziende rimaste in attività non ce la fanno più”.

Scudera, spesso interviene a far sentire la voce dei produttori della Piana di Gela e di tutte le aree rurali che ricadono nel territorio cittadino e in quello della vicina Niscemi. “Mi rivolgo all’onorevole Salvatore Scuvera che da quando si è insediato all’Ars ci sta aiutando e porta avanti iniziative vere per il comparto agricolo locale – aggiunge Scudera – si faccia carico di azioni istituzionali volte a regolamentare la concorrenza da mercati come quello del nord Africa. Gli agricoltori locali stanno subendo perdite ingenti e senza acqua dalle dighe non possiamo competere con prodotti immessi nel mercato a prezzi bassissimi. Se si va avanti così, il prossimo anno difficilmente ci sarà una produzione di carciofi in questo territorio”.

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