“Abbiamo dato per decenni, lo Stato ci ascolti”, nasce un fronte dei Comuni con poli industriali

 
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I sindaci Di Stefano, Gianni e Cicala

Gela. Non ne fanno una questione di appartenenza politica quanto invece di tutela degli interessi dei rispettivi territori, che da decenni sono riferimento dell’industria pesante. Questa mattina, dopo diverse interlocuzioni preliminari, a Priolo si è tenuta una riunione, in presenza del sindaco Terenziano Di Stefano, del primo cittadino proprio di Priolo Pippo Gianni e dei loro colleghi di Viggiano e Sarroch, rispettivamente Amedeo Cicala e Angelo Dessì. Un’iniziativa istituzionale destinata a un documento “rivendicativo” da sottoporre al governo nazionale, in un’ottica pure post-industriale. “Tutti questi territori, per decenni, hanno dato e continuano a farlo – spiega Di Stefano – sono tutti contesti nei quali si è sviluppata l’industria pesante, che ha garantito sviluppo ma ha anche causato conseguenze. Riteniamo sia giunto il momento che lo Stato dia per quanto ha ottenuto. Predisporremo un documento congiunto, che sarà elaborato nelle prossime settimane”. All’azione hanno già dato l’assenso altri primi cittadini. I contatti sono in essere con i sindaci di Augusta, Melilli e Milazzo. Altri enti comunali, fuori dalla Sicilia, potrebbero aggiungersi. La scelta di condividere un’iniziativa congiunta, oltre i colori di partito, arriva mentre in città il sindaco Di Stefano è impegnato nel tentativo di ottenere il sì allo “sblocca royalties”, che darebbe piena copertura al bilancio stabilmente riequilibrato, accelerando il percorso per uscire dal dissesto. Quello delle royalties versate dalle corporation, che sono ormai presenza fissa nei territori dei Comuni interessati dall’azione congiunta, è uno degli aspetti che si collega proprio alla specificità di queste aree. “Lo Stato ci deve ascoltare – aggiunge Di Stefano – quando ho sottoposto la nostra situazione al collega di Viggiano, è stato quasi sorpreso. Un Comune non può andare in dissesto, dopo quello che ha dato nei decenni e avendo in cassa circa trenta milioni come versamenti delle royalties per le attività estrattive”.

I punti di convergenza sono tanti. C’è la necessità di un netto miglioramento dei sistemi sanitari locali insieme a uno sviluppo economico vero e al risanamento ambientale. In alcune aree, come Gela, il processo di riconversione green è stato definito. In altri contesti, invece, questo non è ancora avvenuto. Il Comune di Gela e l’amministrazione sostengono senza se e senza ma l’azione avviata, che punta ad avere risposte concrete da Roma.

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