5 per mille e 8 per mille: come si calcolano e come destinarli

Nella dichiarazione dei redditi esistono due piccole percentuali che possono trasformare l’imposizione fiscale in un sostegno tangibile a progetti sociali, umanitari, culturali o religiosi.

A cura di Admin Admin
26 maggio 2025 19:32
5 per mille e 8 per mille: come si calcolano e come destinarli -
Condividi

Sono molte le realtà ammesse all’elenco dei destinatari del 5 per mille (aggiornato ogni anno dall’Agenzia delle Entrate), a cui è possibile devolvere una parte delle proprie tasse, e vanno da ONLUS a Comuni, da associazioni sportive dilettantistiche a quelle per la gestione delle aree protette da organizzazioni di tutela del territorio a Enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS, come ad esempio MSF, impegnata in ospedali da campo, campagne vaccinali e assistenza alle vittime di conflitti. 

L’8 per mille, invece, può essere destinato allo Stato oppure a confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con lo Stato italiano. Queste somme finanziano culto, carità, beni culturali o interventi umanitari. 

Come si calcola il 5 per mille

Il calcolo del 5 per mille parte dall’IRPEF netta: imposta lorda meno detrazioni e crediti. La formula è lineare: si moltiplica l’IRPEF per 0,005 (ovvero IRPEF x 5 diviso 1000). 

Facendo un esempio pratico, con un’imposta netta di 4.000 euro, la quota destinabile è di 20 euro. Se l’IRPEF fosse di 12.500 euro, allora il 5 per mille ammonterebbe a 62,50 euro. 

Insomma, l’importo cresce con il reddito, ma resta proporzionale: questo significa semplicemente che la firma del contribuente con reddito medio vale quanto quella di chi guadagna di più. Ciascuna preferenza, infatti, aggiunge risorse vitali a progetti di utilità collettiva, come ad esempio quelli di Medici Senza Frontiere, proporzionalmente a quello che si può offrire. 

Come si calcola l’8 per mille

L’8 per mille risale alla revisione del Concordato del 1985. A differenza del 5 per mille, la quota non è calcolata sul singolo reddito, ma sull’intero gettito IRPEF nazionale. Ogni firma equivale praticamente a un voto di preferenza: la somma distribuita a una confessione religiosa o allo Stato deriva dalla percentuale di scelte aggregate. Così, il peso di ogni contribuente resta identico, indipendentemente dal reddito dichiarato. 

Ma come sono utilizzati questi fondi? Se lo Stato utilizza le risorse per scopi di interesse sociale o di carattere umanitario (conservazione dei beni culturali, edilizia scolastica, calamità naturali, programmi contro la fame nel mondo e assistenza ai rifugiati), la Chiesa Cattolica (per citare la confessione religiosa più praticata nel nostro Paese) li suddivide fra culto, carità e sostentamento del clero, mentre le altre confessioni finanziano attività sociali, educative e umanitarie, secondo i rispettivi statuti. 

5 per mille e 8 per mille: come scegliere a chi destinare le risorse

I riquadri per l’8 per mille e il 5 per mille (e anche del 2 per mille, destinato ai partiti politici) compaiono nei modelli delle dichiarazioni fiscali (730 e Redditi PF). Per l’8 per mille è sufficiente selezionare lo Stato o la confessione religiosa, mentre per il 5 per mille è richiesto il codice fiscale dell’organizzazione prescelta (e per il 2 per mille bisogna indicare il codice del partito politico). 

Se non si è tenuti a compilare e presentare la dichiarazione fiscale, si può usare la scheda allegata alla Certificazione Unica entro il 30 novembre, inserendola in busta chiusa con le indicazioni di legge e consegnandola a un ufficio postale, a un CAF o tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. 

Tutto è trasparente

È possibile sapere come sono utilizzati questi fondi? Assolutamente sì: gli enti che ricevono il 5 per mille, infatti, devono pubblicare, entro un anno dall’accredito, un rendiconto dettagliato e una relazione sulle attività finanziate che deve essere disponibile online. 

Anche le confessioni religiose e lo Stato rendono noti annualmente i progetti sostenuti con l’8 per mille. 

È un modo trasparente che permette di verificare che i fondi versati alle associazioni, agli enti o alle istituzioni religiose si traducano in cure gratuite, assistenza umanitaria, laboratori di ricerca sanitaria, restauri artistici e interventi di emergenza. 

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Quotidiano di Gela