Gela. Quindici operai hanno già ricevuto i telgrammi di licenziamento mai i dirigenti della società Riva e Mariani, da anni presente all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, non si sono presentati al tavolo di confronto indetto dal prefetto di Caltanissetta Carmine Valente.
Gli amministratori del gruppo hanno fatto sapere di aver ricevuto le relative comunicazioni in ritardo e di non aver potuto organizzare una propria delegazione da inviare all’incontro. Molto contrariati, davanti a quest’assenza, sia i lavoratori della società che i segretari provinciali del settore chimico di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Gaetano Catania, Francesco Emiliani, Maurizio Castania e Andrea Alario, comunque, ribadiscono la linea già espressa negli scorsi giorni.
“I licenziamenti – hanno comunicato al vice prefetto presente all’incontro – vanno immediatamente revocati”. Le alternative sul tavolo, allo stato attuale, sono due. La prima, ritenuta di gran lunga la migliore, riguarda il collocamento dei quindici lavoratori in altri cantieri avviati dall’azienda anche fuori dai confini dell’isola. La seconda, invece, richiamerebbe l’esigenza di dare il via libera alla cassa integrazione in deroga: un’opzione ritenuta comunque meno pesante per il futuro dei lavoratori rispetto alla previsione del taglio occupazionale. I sindacalisti impegnati nella vertenza spingono affichè proprio Riva e Mariani venga coinvolta nel processo di riattivazione delle manutenzioni in fabbrica, ampliando le eventuali commesse.
I funzionari della prefettura e quelli dell’ufficio provinciale del lavoro si sono detti disponibili ad una nuova convocazione già nei prossimi giorni, di modo da consentire la partecipazione ai manager di Riva e Mariani.
L’ufficializzazione dei quindici licenziamenti, dopo mesi di evidente contrasto tra la proprietà del gruppo e i sindacati del settore, è arrivata al culmine della mobilitazione organizzata dagli operai del diretto e dell’indotto della fabbrica di contrada Piana del Signore contro il piano di paventato ridimensionamento della raffineria gestita dalla multinazionale del cane a sei zampe. I tagli, in base alle motivazioni espresse dai vertici dell’azienda, sarebbero da legare ad una riduzione di commesse da parte di Eni.