Butera. Con il giuramento dei periti nominati dalla corte d’Assise d’appello si riapre il processo contro Giuseppe Centorbi, il bracciante agricolo di 41 anni che sterminò la famiglia Militano in contrada De Susino il 24 giugno del 2011.
In primo grado Centorbi fu condannato all’ergastolo. Un pool di periti dovrà accertare le condizioni psichiatriche del bracciante agricolo. La difesa, rappresentata dall’avvocato Salvo Macrì, aveva sollecitatoo una super perizia. Il legale non intende contestare il reato, in quanto lo stesso Centorbi ha confessato di aver ucciso i tre componenti della famiglia Militano ma solo valutare la capacità di intendere e volere del suo assistito al momento della strage. Una sorte di infermità mentale temporanea che avrebbe effetti, se acclarata, nella sentenza di secondo grado. I periti avranno adesso due mesi per presentare una relazione dopo aver incontrato Centorbi in carcere.
Il Gup del tribunale di Gela in primo grado affermò che l’assassino era capace di intendere e volere e per questo il 30 gennaio dello scorso anno venne condannato all’ergastolo.