“Su incompatibilità Cosentino una novella pirandelliana”, Cafà: “Personaggi politici interferiscono”

 
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L'avvocato Paolo Cafà

Gela. “Ci sarà un giudice a Berlino”. E’ piuttosto eloquente il commento che l’avvocato Paolo Cafà ha lasciato ai social sulla vicenda dell’eventuale incompatibilità dell’ingegnere Grazia Cosentino, consigliere comunale che ha ottenuto il seggio spettante al candidato a sindaco sconfitto al ballottaggio. Cafà e il gruppo del laboratorio “Progressisti e rinnovatori” hanno avviato un’azione volta alla declaratoria di decadenza del consigliere Cosentino, ritenuta incompatibile per via del ruolo rivestito nella società Impianti Srr, che gestisce il servizio rifiuti in città. Ieri sera, il segretario generale Carolina Ferro ha letto il contenuto di una nota trasmessa alla presidenza del consiglio e agli organi preposti. Di fatto, esclude che nel caso di specie ricorrano le condizioni dell’incompatibilità anche se lascia aperta la via per un possibile ricorso giurisdizionale, qualora ci fosse l’interesse a portarlo avanti. Non è escluso che il laboratorio “PeR” dell’ex parlamentare regionale Miguel Donegani, alla fine, vada avanti portando la vicenda in giudizio. L’ingegnere Cosentino, che ha più volte escluso cause di incompatibilità, si è detta pronta a difendersi qualora la questione vada sui tavoli di un giudice. Il segretario generale, in aula, ha riferito che la collocazione di Cosentino come funzionario di ottavo livello è comunque sempre subordinata alla direzione dell’amministratore della società e anche come rup del servizio si limita “ad un unico progetto”. Per il segretario, non svolge “funzioni di coordinamento”. Un’interpretazione che Cafà respinge e adombra una qualche “imposizione del politico”. “L’esatto contrario – ha scritto sui social – Il dlgs 36/23 potenzia le funzioni del rup e gliene attribuisce ancor di più. Confondere il potere di coordinamento dell’ente o della società/azienda con quello del servizio (come eccepito) non equivale a impreparazione, ma più semplicemente ad un’imposizione del politico sul funzionario. Il punto è un altro, non è il segretario il responsabile di questa novella pirandelliana, ma taluni personaggi della politica che hanno interferito sul segretario, costringendola a scrivere abnormità. Un ostracismo senza precedenti. Agli autori di questa operetta da avanspettacolo garantisco tutta la mia massima attenzione nel loro agire politico, che si è visto esser andato ben oltre la regola e la correttezza. Se il buongiorno si vede dal mattino e si opera con queste modalità contro l’evidenza, immagino come operano sulle cose più importanti ed impegnative. Pirandello redivivo da questa amenità ne avrebbe potuto trarre ispirazione per un nuovo suo capolavoro letterario da premio Nobel”.

Cafà, risultato il più suffragato nella lista “PeR” e certo che il seggio spetti proprio al gruppo, ribadisce che la normativa in materia non lascia dubbi. “Il rup prima e dopo il nuovo codice degli appalti svolge funzioni di coordinamento del servizio e/o appalto a cui è preposto, e l’eccezione di incompatibilità non riguarda i poteri sull’ente o sull’azienda appartenenti all’amministratore (art.10, comma 1, n.1, l.r. 31/86), ma i poteri del dipendente sul servizio che svolge (art.10, comma 1, n.2, l.r. 31/86)”, ha riportato in un commento postato sui social.

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