Gela. Un’intera ala della scuola “Antonietta Aldisio” di via Feace, interdetta da tre anni, a causa di cedimenti dovuti ad infiltrazioni piovane. Una situazione di emergenza nell’edilizia scolastica cittadina che si aggiunge al più recente caso dell’istituto “Solito”, completamente interdetto per un cedimento interno. La commissione istruzione, presieduta dal consigliere Salvatore Scerra, da qualche settimana ha avviato verifiche e sopralluoghi, nelle strutture scolastiche cittadine. Quanto emerso alla “Aldisio” ha spinto i consiglieri a chiedere tutti gli atti agli uffici comunali. Non si esclude che un ripristino, a breve, delle diciassette aule della “Aldisio” possa favorire una migliore gestione dell’emergenza “Solito”. “A seguito di una prima richiesta, informale, degli atti, abbiamo appreso che si tratta di un provvedimento di interdizione che risale a circa tre anni fa, dovuto ad infiltrazioni di acqua nel tetto. Oggi, a seguito di quanto constatato, abbiamo inoltrato richiesta ufficiale al settore, all’assessore e al sindaco per chiedere con estrema urgenza tutta la documentazione che giustifica l’attuale chiusura di quella parte dell’Istituto scolastico “Aldisio”. In attesa di ricevere quanto richiesto, riteniamo che, l’istituto – dicono i consiglieri della commissione – con i dovuti lavori che consentirebbero di eliminare il problema delle infiltrazioni, avrebbe potuto e può ancora accogliere molte più classi dell’istituto “Solito”, interamente interdetto, rispetto a quelle che l’amministrazione comunale ha assegnato, causando molti disagi non solo alle famiglie, per la diversa dislocazione in diversi istituti, ma soprattutto a quegli studenti che ad oggi ancora non hanno avuto la possibilità di frequentare la scuola, vedendosi negare il diritto allo studio”. Il presidente Scerra e i consiglieri Alessandra Ascia, Rosario Trainito, Paola Giudice, Salvatore Incardona, Giuseppe Guastella e Rosario Faraci, sono convinti che l’ala ovest della “Aldisio”, attualmente chiusa, possa essere “una soluzione all’emergenza in atto”.
“Non vogliamo che la nostra richiesta possa essere motivo di polemica, ma, auspichiamo – aggiungono i componenti della commissione – che possa invece rappresentare un’alternativa da valutare nel più breve tempo possibile, così da consentire il rientro immediato degli studenti nel loro luogo naturale, quello chiamato scuola”.